Hanno posato sul rettilineo principale del circuito di Sakhir per dire, con una voce sola, “No alla guerra”. In linea con l’approccio militante sposato ormai da qualche stagione, i protagonisti del Circus si sono uniti per dimostrare con pochi semplici elementi come uno striscione adornato con un fiore, una maglietta e una bandiera la loro vicinanza all’Ucraina, invasa e devastata dall’esercito russo inviato da Vladimir Putin.
Alla prima occasione utile, ovvero l’ultima sessione di test invernali in programma in Bahrain, antipasto del campionato di Formula 1 al via il prossimo 20 marzo, la GPDA, in pratica il sindacato dei corridori, ha manifestato il proprio dissenso verso l’azione militare.
Come detto presenti un po’ tutti, tranne Kevin Magnussen, appena richiamato dalla Haas dopo il licenziamento in tronco del russo Nikita Mazepin, e soprattutto Lewis Hamilton, non ancora arrivato sul tracciato al momento della foto.
Dunque, per riparare a quella che poteva essere reputata una mancanza pesante, specialmente alla luce dei titoli accumulati in bacheca e della sua popolarità che va ben oltre l’asfalto degli autodromi, l’inglese ha pubblicato una storia Instagram.
“Il mio cuore è con il coraggioso popolo dell’Ucraina che sta difendendo fermamente i propri valori di libertà e pace”, il suo messaggio scritto su sfondo nero. “Sono certo di non essere l’unico ad avvertire la quotidianità come più pesante e a volte banale sapendo della crisi che sta avvenendo nel nostro mondo”.
Per spegnere sul nascere i mugugni che potevano nascere per la sua assenza, il 37enne si è scusato, sempre via social, giustificandosi con il ritardo del volo che avrebbe dovuto portarlo a Manama. Peccato che poi di quelle poche righe si sia persa traccia.
Superate alcune settimane di religioso silenzio contemplativo, Ham è tornato a farsi vedere e sentire alla grande. Di recente ha addirittura attirato l’attenzione di Apple Tv che, a breve, rilascerà un documentario dedicato alle sue imprese al volante e alla sua scalata alla società dopo essere partito dalle campagne di Stevenage, da una normalissima famiglia della classe operaia.