Jorge Martin non perde occasione per ribadirlo: Ducati è la casa perfetta per lui. Nell’azienda italiana, e soprattutto nel Team Pramac, ha trovato caratteristiche che si sposano alla perfezione con il suo carattere: istinto e velocità di reazione. Un approccio che per altri piloti può essere considerato avventato, poco metodico e fin troppo pronto al cambiamento anche quando non ce ne è bisogno, ma che evidentemente rappresenta l’ambiente ideale per il giovane spagnolo.
“La più grande differenza tra i vari marchi non sta nella tecnica, ma nelle persone e nel loro modo di lavorare: giapponesi, italiani o di altri paesi - ha detto Martin – E’ bello lavorare con gli italiani, sono così veloci, hanno sempre buone soluzioni e in tempi rapidissimi. Anzi, potrebbero non essere sempre buone, ma sono veloci. Ed è importante cercare di essere preparati ad affrontare qualsiasi situazione , anche improvviando”. Un modo di essere nelle corse che, quindi, è diametralmente opposto a quello dei giapponesi: “I giapponesi sono un po' più lenti,ma non si può dire che lavorino male e, soprattutto, le loro soluzioni sono sempre precise proprio perché ponderate più a lungo. In KTM, invece, è un mix dei due. Ma penso che lo stile italiano sia meglio per me”.
Una sorta di dichiarazione d’amore, ma, più maliziosamente, anche un chiaro riferimento al mercato, con Jorge Martin che punta al team ufficiale per il 2023, magari al posto di Jack Miller. Intanto, però, c’è da continuare a fare bene con Pramac, continuando a contare sul pieno sostegno di Gigi Dall’Igna e di Borgo Panigale: “Abbiamo le moto ufficiali – ha concluso – E’ vero che potrebbero non essere al 100% identiche a quelle del team factory, ma il telaio, la carenatura, tutte le componenti sono uguali. Sono molto felice qui perché il supporto è incredibile: spingono dalla fabbrica in modo da poter permettere a noi piloti di guidare velocemente”.