“Lei come ginnasta prototipo, in realtà, non è ideale proprio perché ha tutta una serie di complicazioni a livello fisico. L'amputazione è l'ultimo dei suoi problemi, però, Maddalena Milone ha voluto mettersi in gioco, e io insieme a lei. Quindi è venuta a Napoli, l'ho allenata e ho cercato di capire cosa riusciva a fare”. Mariachiara Palermo, attivista, coach e docente di sostegno, racconta la grande avventura in cui si è imbarcata insieme a Maddalena Milone, ex paracadutista, atletica paralimpica di Grosseto: “Faceva la ruota, la capovolta, la verticale, e io - come dire - vedendo la sua forza fisica e mentale, ho voluto testarla anche alle parallele, e al nostro primo incontro abbiamo fatto un weekend di full immersion. Le ho dato degli esercizi che doveva eseguire per la preparazione fisica. Fin da subito, ho cominciato a immaginare un programma di gara perché l'obiettivo era proprio quello, partecipare a una gara”. La ginnastica paralimpica praticamente non esiste. Gli atleti amputati, qualora volessero gareggiare, dovrebbero concorrere con i normodotati. Ma come è possibile che uno sport come la ginnastica artistica faccia parte del programma dei Giochi Olimpici dalla sua prima edizione di Atene, del 1896, e dopo quasi 130 anni non preveda una categoria per atleti paralimpici? Se però pensiamo che per più di trent’anni (dal 1896 al 1928) a gareggiare per la ginnastica artistica sono stati solo gli uomini perché a loro era riservata, allora possiamo nutrire speranze per il futuro. Solo nel 1948, durante i Giochi olimpici di Londra, un folle di nome Ludwig Guttman, neurologo tedesco, organizzò una competizione sportiva per atleti in carrozzella e dopo dieci anni, nel 1960, grazie anche al medico attivista Antonio Maglio, si realizzarono a Roma i primi Giochi paralimpici.
“Sdoganare lo sport paralimpico è stato sicuramente utile per noi disabili, anche se oggi, dopo più di sessant’anni, ancora non siamo riusciti a ottenere l’attenzione che meritiamo, e se vogliamo parlare di inclusione, allora i Giochi paralimpici devono guardarsi di più intorno. Quando nel 2016 ho avuto l’incidente, non mi rendevo ancora conto di ciò che mi era successo fino a quando, nel 2021, dopo una brutta infezione, hanno dovuto amputarmi la gamba. Ma io non volevo restare ferma a guardare il mio dolore disintegrarmi, volevo fare ginnastica, e mi sono accorta che quella per disabili non esisteva proprio come sport». È Maddalena Milone che parla, l’atleta che ha fatto solo un anno di ginnastica ritmica da normodotata per poi cercare di riscoprirla nella sua lunga degenza in ospedale: «Ero confusa, non capivo esattamente cosa avrei potuto fare con i miei nuovi “piedi” e ho cominciato a esplorare verticali e squadre”. L’incontro con Mariachiara Palermo le ha portate dalla palestra “No Limits” di Secondigliano ai campionati nazionali di pole sport e arti aeree, organizzati da POSA (Pole Sports & Arts World Federation), FISAC (Federazione Italiana Sport Acrobatici e Coreografici) e AICS (Associazione Italiana Cultura Sport), a Bologna, a giugno 2023, e alla “Promogym”, organizzato da Federginnastica, a Rimini, un mese successivo, gara in cui Maddalena Milone si è aggiudicata la vittoria di campionessa nazionale per la Promogym categoria Open (over 18).