La MotoGP è uno sport di contatto per piloti che non si fanno troppi scrupoli oppure no? E’ la domanda che ci portiamo via da Le Mans e è la domanda che, probabilmente, divide anche i piloti della MotoGP, visto che nelle varie interviste del post gara è emerso un dato di fatto: ci sono quelli convinti che i sorpassi devono essere sempre e solo puliti e ci sono quelli che, invece, mettono nella conta anche la possibilità di qualche colpo un po’ al limite. Tra questi ultimi ci sono, e l’hanno detto chiaramente, anche Pecco Bagnaia e Marc Marquez che, dopo la sportellata della Sprint di sabato, hanno sostanzialmente sostenuto la stessa tesi: non si può punire ogni singolo contatto, perché si mettono i piloti nelle condizioni di non sapere mai come comportarsi e lo spettacolo rischia di finirne compromesso.
“Tranne la mia manovra di Portimao – aveva detto nei giorni scorsi Marc Marquez – credo che nessuna delle manovre fin qui sanzionate in questo inizio di stagione della MotoGP meritasse una qualche penalità. Così non va bene, anche perché non c’è mai parità di trattamento. Credo che si debba individuare una linea comune da tenere e, comunque, in generale credo che si debba essere più permissivi. Altrimenti, temendo di finire penalizzati, i piloti non proveranno a fare più nulla se non sorpassare sul dritto e quando c’è ampio spazio e questo costerebbe caro allo spettacolo”. Parole, quelle di Marc Marquez, che esprimono un punto di vista comune a quelli di Pecco e di molti dei suoi colleghi. A Le Mans, però, il copione s’è ripetuto ancora.
A farne le spese, questa volta, è stato proprio il fratello di Marc, Alex Marquez. Il contatto incriminato non è quello che gli è costato la gara con Luca Marini, ma quello avvenuto nei primissimi giri del GP di Francia e che ha avuto per protagonista, oltre lui, anche Brad Binder. Una manovra che costerà a Alex Marquez un arretramento di tre posizioni sulla griglia di partenza del Gp d’Italia al Mugello e che, di fatto, rischia di compromettere la gara del 73 prima ancora di mettere i piedi sull’asfalto delle colline toscane.
“Non capisco la sanzione, ma quest'anno tante cose non si capiscono – ha tuonato Alex Marquez - Sinceramente stanno distruggendo questo sport, che è meraviglioso. È un peccato il ruolo di primo piano che stanno avendo i Commissari”. Commissari un po’ troppo protagonisti, quindi, e anche un po’ troppo confusi, con Alex Marquez che aggiunge: “In quella fase della gara, nel casino di primissimi giri, ero dietro a Johann Zarco e non mi aspettavo che frenasse così presto dopo la curva cinque. Ho cercato di evitarlo sulla traiettoria, all'interno, ma quelli davanti si sono ricompattati presto e ho toccato un po' Brad Binder. Nonostante sia stato un piccolo contatto ho anche perso alcune posizioni. Quando sei lì in mezzo non puoi scomparire. Un conto sono i contatti intenzionali, un altro quelli che avvengono per natura stessa delle corse, non si possono sanzionare a prescindere tutti i contatti”.