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La Honda ha macinato tre piloti e l’unico superstite ha paura: “Marc stava guidando normalmente, serve una moto sicura”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

20 giugno 2023

La Honda ha macinato tre piloti e l’unico superstite ha paura: “Marc stava guidando normalmente, serve una moto sicura”
Takaaki Nakagami è stato l’unico pilota Honda a correre al Sachsenring. Più grave ancora però, è il fatto che nessun pilota si sente sicuro in sella alla moto, ormai imprevedibile e decisamente pericolosa. Così un ritorno alle posizioni che contano è sempre più lontano e gli infortuni diventano opportunità

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

I piloti del Team Repsol Honda quest’anno ricordano quei soldati che pur di non fare la guerra si procuravano delle lesioni: un colpo di pistola ai piedi, una mano fratturata. Joan Mir si è rotto un dito durante le P2 al Mugello e nonostante avesse ricevuto il permesso di correre dai medici ha preferito rinunciare sia al GP d’Italia che a quello di Germania. Marc Marquez ha fatto lo stesso al Sachsenring alla quinta caduta del weekend che gli ha provocato una frattura al pollice della mano destra e una brutta contusione alla caviglia. Alex Rins, invece, ha riscontrato una frattura di tibia e perone (sempre al Mugello) e difficilmente lo vedremo in pista prima di qualche mese. Se anche i piloti del team ufficiale preferiscono rinunciare a correre, l’unica cosa che giustifica mesi di allenamento, incontri con gli sponsor, ore di lavoro e rischi concreti è perché semplicemente non ne vale la pena. La moto è poco competitiva, ma non soltanto: è anche dannatamente pericolosa. Secondo Taka Nakagami, unico superstite tra i quattro piloti HRC, il primo passo da fare è rendere la moto più affidabile, perché così spingere diventa impossibile: “Ero dietro a Marc prima della caduta nel Warm Up”, ha raccontato domenica pomeriggio. “Non l’ho visto fare niente di sbagliato, stava semplicemente guidando: la velocità era buona, non ha fatto nulla di strano. Ha perso il posteriore, la moto ha ripreso grip e lui ha fatto questo highside spaventoso. Sono spaventato, perché guido la stessa moto e anche per me quella curva (la 7, ndr) è  particolarmente complicata. Anche io ho perso più volte grip in quella curva, sia in prova che nella sprint, ed è stata una sensazione bruttissima. La moto continua a muoversi e così perdiamo grip, dobbiamo trovare un modo per rendere la moto più sicura. Ci serve più sicurezza da questa moto”.

Caduta Nakagami Sachsenring 2023
La caduta di Nakagami durante le P2 del Sachsenring.

L’unico ancora in piedi quindi - per una questione di fortuna, perché anche Nakagami al Sachsenring si è reso protagonista di una caduta spaventosa nel cambio di direzione di curva 11 - sta dicendo che smetterà di prendere dei rischi, limitandosi a portare la moto al traguardo in attesa di qualche miglioramento tecnico: “Non potrebbe andare peggio, normalmente siamo in quattro, con quattro moto, oggi ero l’unico pilota Honda in pista. Spero che tutti gli altri tornino presto, ma è un momento veramente duro”, ha spiegato. “Fortunatamente mi sento bene, spero che Honda abbia qualche idea per migliorare la moto e renderla più competitiva. Non voglio lottare per 15 gare con l’obiettivo di entrare nei punti. Quello che posso fare è continuare a guidare senza prendere troppi rischi, cercando di stare concentrato ed essere competitivo”.

È qui, probabilmente, la grossa differenza rispetto a Yamaha: sono in crisi anche loro, ma non rischiano la vita - un po’ per scelta e un po’ perché i problemi sono altri - ad ogni turno del weekend. Mentre ad Iwata tentano di mantenere la calma e trovare soluzioni, in Honda sembra esserci più agitazione, tanto che per correre ai ripari HRC ha organizzato un test privato a Misano in cui il collaudatore Stefan Bradl metterà a punto nuove soluzioni da proporre ai piloti in vista del test IRTA in programma a settembre. Difficile se non impossibile pensare che il tedesco possa risolvere la situazione: il progetto è da ripensare completamente, ma non è detto che Honda vorrà investire cifre sostanziose in ricerca e sviluppo per una moto che tra tre anni appena dovrà essere nuovamente stravolta a causa del cambio regolamentare atteso per il 2027. Piuttosto, chi ne ha la possibilità proverà ad andarsene. E forse è una possibilità che sta valutando anche la Honda stessa.

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