Takaaki Nakagami ha centrato la pole position del GP di Teruel ed ha ringraziato così per la fiducia che Honda gli ha accordato, dopo il rinnovo del suo contratto e la promessa che il prossimo anno l'HRC schiererà quattro moto identiche per i suoi altrettanti piloti: i due del Team Repsol e i due del Team LCR. Un segnale, questo, della volontà di riprendersi prima possibile lo scettro di miglior marchio in griglia dopo una stagione fortemente condizionata dall’assenza di Marc Marquez. Una annata che era iniziata male e che sembrava proseguire peggio, fino alla svolta di qualche settimana fa.
“Abbiamo lavorato tanto – ha detto Alberto Puig in una recente intervista – E ora finalmente abbiamo una moto più gestibile e piloti che hanno capito come sfruttarla al meglio. Se Alex Marquez è salito per due volte sul podio e se le Honda in genere sono tornate più avanti in classifica è stato sicuramente merito dei piloti, ma non solo: c’è stato davvero un grande lavoro, condiviso a tutti i livelli e da tutte le forze in gioco all’interno dell’azienda”. In effetti, al di là di antipatie o simpatie, Honda ha dimostrato la migliore crescita rispetto a tutti gli altri marchi che, bene o male, fanno ancora i conti con gli stessi problemi riscontrati ad inizio stagione. Suzuki non aveva velocità e non ha velocità, Ducati non faceva lavorare bene le gomme e continua a non riuscirci, Yamaha non garantiva costanza e continua a non garantirla. La Honda senza Marc Marquez, invece, sembrava inguidabile e condannata alle posizioni di coda e adesso è tornata ad essere una realtà della top ten.
“La filosofia Honda – ha detto Takeo Yokoyama, direttore tecnico del colosso giapponese alla Gazzetta dello Sport - è che se hai un pilota molto forte, sviluppi una moto che si adatta alle sue esigenze, come abbiamo fatto noi negli ultimi 7 anni con Marc. Quando Marc è mancato è come se ci fossimo persi, ma dovevamo capire cosa fare, perché la guida di Alex, Cal e Taka non è la stessa. E’ stato giusto sedersi con gli ingegneri e decidere da che parte andare. Ma non si dica che siamo tornati, perché non abbiamo ancora vinto una gara e non siamo nemmeno in testa al mondiale, quindi il lavoro da fare è tanto". La volontà, è chiaro, è quella di togliersi dalla schiena una etichetta che rischiava di diventare troppo scomoda per l’azienda, ossia di essere una moto capace di andare forte solo con Marc Marquez in sella.
Anche perché, ormai è inutile negarlo, il ritorno in pista del Cabroncito con lo stesso strapotere di qualche mese fa comincia a non essere più una certezza. L’infortunio subito è serio, gli errori fatti a causa della fretta di rivederlo in gara hanno rischiato di comprometterne ulteriormente la carriera, e il percorso di recupero non sarà rapido come si era sperato. Anzi, rischia di essere più lungo del previsto, dato che per l’otto volte campione del mondo si parla, addirittura, della possibilità di un terzo intervento chirurgico. Marc Marquez sicuramente tornerà, ma nessuno può sapere quando e, soprattutto, nessuno può sapere come. Se, insomma, riuscirà ad essere quello di sempre o se l’infortunio subito potrà condizionarne le prestazioni anche all’inizio della prossima stagione. Per questo all’ombra di HRC, già da qualche mese, si sta lavorando all’ipotesi Andrea Dovizioso.
Ve lo avevamo raccontato già parecchio tempo fa, spiegando che per il Dovi la proposta è quella di un posto da collaudatore, con la possibilità di diverse wild card e, se ce ne sarà bisogno, di sostituire anche Marc Marquez nella sciagurata ipotesi di ulteriori guai fisici. All’epoca sembrava fantascienza, ma adesso la conferma è arrivata proprio da Takeo Yokoyama che nella stessa intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ammette: “Marc Marquez si sta riprendendo ma ci vorrà molto tempo prima di rivederlo al 100% - ha affermato – Andrea Dovizioso ha molta esperienza, guidava già per noi quando lavoravo con Dani Pedrosa. Potrebbe essere un ottimo collaudatore, anche se Stefan Bradl ha fatto molto per noi. Tra gare e allenamenti, il tedesco sarà il pilota che a fine stagione avrà percorso più chilometri in assoluto”. Tra Honda e Dovizioso, però, c’è di mezzo Aprilia, visto che il forlivese vorrebbe restare nel giro come pilota e che a Noale si attende la sentenza sull’annullamento o meno della squalifica di Andrea Iannone. Ma è più che credibile, a questo punto, che se TheManiac potrà tornare in sella alla sua Aprilia numero 29, allora per Andrea Dovizioso si spalancheranno le porte per un clamoroso ritorno in Honda.
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