L'addio di Suzuki è stato un duro colpo per il Motomondiale, una decisione deleteria nei confronti dello spettacolo e della competizione. Una scelta, quella di Hamamatsu, che tuttavia ha lasciato campo libero a diversi trasferimenti non solo all'interno del mercato piloti, ma anche in quello dei tecnici. Se si considera che la Suzuki ha trionfato in due delle ultime tre gare della passata stagione, allora verrebbe da pensare che lo scioglimento della squadra azzurra abbia rappresentato anche una ghiotta opportunità per gli altri team della MotoGP. Nello specifico: chi nel 2022 ha deluso le aspettative ne ha subito approfittato per accaparrarsi conoscenze e bagaglio tecnico degli uomini Suzuki, competitivi fino all'ultimo, e rimasti improvvisamente a piedi. La Honda, non a caso, è corsa subito ai ripari ingaggiando Joan Mir (nel team ufficiale) ed Alex Rins (nel team LCR di Lucio Cecchinello).
Il team manager di HRC Alberto Puig - ai colleghi di Motorsport.com - ha parlato anche di altri movimenti all'interno del box di Asaka, che nel 2023 cambierà composizione e struttura tecnica: "Ci sarà un cambio di ruolo per Ramón Aurín, sarà responsabile tecnico del test team. Klaus Nohles diventerà il responsabile tecnico di Takaaki Nakagami. Da parte di Marc Márquez, tutto rimane uguale. L'ingegnere di pista di Joan Mir sarà Giacomo Guidotti, che è con noi da tanti anni e conosce molto bene la nostra moto. Crediamo che Joan possa fare molto bene, così come Ramón andrà bene per il test team e Klaus per Taka. Oltre a ciò, HRC ha ingaggiato Ken Kawauchi come direttore tecnico, approfittando del ritiro della Suzuki dal Mondiale". Quest'ultima indicazione la dice lunga sulla direzione che la Honda ha intenzione di intraprendere, mettendo a capo del progetto tecnico un ingegnere giappponese che, lavorando prima con Davide Brivio e poi con Livio Suppo, è stato in grado di amalgamare la razionalità e il metodo nipponici all'attitudine racing europea. D'altra parte nel paddock si è spesso adoperato l'ossimoro: "La Suzuki è il team giapponese più europeo di tutti".
Honda dunque - pur mantenendo salde le proprie radici - sembra davvero voler intraprendere un cambio di rotta nella filosofia e nel metodo di lavoro. Quella svolta europeistica, considerata essenziale al giorno d'oggi per vincere in MotoGP, che Marc Marquez chiede a gran voce da diverso tempo. A proposito dell'otto volte campione del mondo e dell'approccio alla Honda di Mir e Rins, Alberto Puig ha riassunto le sue impressioni proiettandole al futuro più prossimo. La data cerchiata in calendario è il 10 febbraio, prima giornate di test (delle tre complessive) sull'asfalto di Sepang: "Ciò su cui abbiamo le idee chiare è che dobbiamo migliorare la moto. Il test di Valencia non è stato quello che ci aspettavamo. A Sepang sono abbastanza sicuro che troveremo una moto competitiva. La priorità è che Marc abbia una moto per poter vincere. È stato uno dei migliori inverni che Marc abbia mai avuto. Per la prima volta da tanto tempo non è passato dalla sala operatoria, e questo è molto importante. Si è riposato, ma si è anche allenato molto. Marc è lo stesso di sempre, con la stessa mentalità di dare il massimo fin dall'inizio. Ora non resta che verificare le potenzialità della moto. Mir si è fatto un'idea più o meno approssimativa di cosa sia la Honda, e ci ha dato il suo punto di vista confrontandola con quella che aveva guidato fino a quel momento. Quando un pilota arriva da una moto che ha vinto due delle ultime tre gare, nota il cambiamento. Così come per Rins. Lui sarà da Cecchinello, è vero, ma per filosofia la Honda vuole che tutti i suoi piloti abbiano lo stesso materiale, quindi non deve preoccuparsi".