Tutto (o quasi) è andato per il meglio, nella scorsa stagione (inizio in MotoGP a parte, con un grande e iridato ribaltamento finale), per Ducati e Gigi Dall’Igna, ma in vista del prossimo campionato non c’è da riposare troppo. Tant’è che l’ingegnere ha già sottolineato di non voler ripetere l’errore della scorsa stagione e che ai test di Sepang ci saranno sia la Desmosedici 2022 che la 2023, per consentire al campione del mondo Pecco Bagnaia e al suo nuovo compagno di squadra Enea Bastianini di fare tutte le valutazioni del caso.
Dall’Igna è attento a tutti i dettagli e i risultati si sono visti, con tutti i titoli possibili (pilota, team, costruttori) in MotoGP e analogo successo anche in Superbike. C’è però una cosa che il manager di Ducati Corse non è disposto a fare: per quanto quella di Borgo Panigale possa essere vista come una grande famiglia, a suo dire la sua figura non può essere quella di una sorta di genitore nei confronti dei piloti.
A Speedweek che gli ha chiesto se a volte assuma il ruolo di padre durante i colloqui con i suoi rider, il 56enne ha risposto con decisione: “No – le parole di Dall’Igna – non posso assumere il ruolo di padre per tutti i piloti. Prima di tutto, devo offrire loro la migliore soluzione tecnica possibile. In secondo luogo, devo assicurarmi di agire in modo che abbiano fiducia in me. Non possono avere l'impressione che io stia cercando di favorire un pilota […]. Questa è una parte importante del mio lavoro con i piloti. E ovviamente – la conclusione dell’ingegnere – cerco di motivarli nel miglior modo possibile”.