Andrea Iannone lo dice e lo fa. Tra i racconti del direttore Moreno Pisto ce ne è uno che ricorre spesso e ha per protagonista, appunto, Andrea Iannone. Il giornale, ai tempi, era un altro e il pilota abruzzese era poco più che un ragazzino che doveva dimostrare ancora tutto. Però l’aria era già quella di uno navigato, tanto che vedendo passare delle immagini di Belen in televisione (o forse era su una rivista?) disse, rivolgendosi proprio a Pisto, “io prima o poi lì ci arrivo”. Pochi anni dopo Belen era davvero nel suo box, nel posto delle fidanzate, mentre lui, Andrea Iannone da Vasto, era uno di quelli che vincevano in MotoGP. Ecco: sarà pure uno dai modi non proprio simpaticissimi, però The Maniac è di quelli che parlano poco, ma parlano sempre chiaro. E, soprattutto, è di quelli che sotto il traguardo che si sono imposti ci arrivano, costi quel che costi.
Vale nella leggerezza, vale nelle cose serie e pure in quelle meno serie. E vale pure in tutto quello che conta davvero e che, per uno che fa il pilota, significa una cosa sola: correre e provare a vincere. Aveva detto che sarebbe tornato, tra l’incredulità di tutti e la velocità di sentenza di quelli che lo vedevano già all’Isola dei Famosi o al Gran Fratello Vip, invece, nonostante quattro anni di stop forzato e un’età in cui tutti gli altri cominciano a pensare di smettere, Andrea Iannone è pronto a esordire ancora. In una seconda carriera che suona di seconda vita. E con premesse – una giornata di test a Jerez con tempi di assoluto rispetto – che ha sorpreso anche lui. “Io quel giorno ridevo come un bombo sotto il casco – ha confidato al Motorcycle News in una intervista esclusiva concessa proprio in questi giorni – Stavo facendo esattamente quello che volevo fare: non ho mai pensato che non sarei tornato”.
Non lo ha mai pensato e lo ha anche sempre ripetuto. Spiegando pure, però, che i sogni bisogna coltivarli senza perdere di vista la realtà e dando quindi – anche se a modo suo – anche una lezione. Perché è vero che la MotoGP è la MotoGP e che gli sarebbe piaciuto ricominciare da dove aveva dovuto interrompere, ma è vero pure che gli step vanno fatti tutti. “Alla MotoGP ci ho pensato – ha spiegato ancora – ma non mi piace forzare le cose. La Superbike è esattamente ciò che volevo e ritenevo più adatto. Quando ero a casa davanti alla tv, guardando la Superbike, quello che vedevo mi piaceva. In questo momento Superbike e Ducati sono ciò che voglio. La Ducati è la moto della mia vita, ho parlato anche con altri, ma Ducati è ciò che volevo. L’obiettivo per quest’anno è fare qualche punto. E’ vero che a Jerez sono andato forte, ma c’è da essere realistici e lavorare mantenendo la calma: c'è ancora molta strada da fare prima che torni veloce come prima. Non ho ancora la Ducati in mano e Jerez è stato solo un primo assaggio di quello che verrà”.
La consapevolezza, quindi, che non sarà facile, ma pure l’assoluta certezza di un amore viscerale per il marchio con cui ha vinto per la prima volta in MotoGP e che oggi, attraverso il Team GoEleven, gli fornisce l’occasione per provarci ancora. Tanto che Iannone si sente a tutti gli effetti un uomo Ducati, al punto di spingersi anche in una analisi della prossima stagione in MotoGP di quelli di Borgo Panigale. Con tanto di giudizio forte e senza troppi giri di parole su Marc Marquez: “Creerà sicuramente scompiglio fin dalla prima gara – ha concluso Iannone riferendosi proprio all’otto volte campione del mondo - Il suo modo di correre è quello che è, questa è la verità: si arrabbia quando gli altri gli fanno quello che lui fa sempre. Se lo tratti come lui tratta te, gli dà fastidio. Ma la Ducati ha l’esperienza per gestire i piloti e se Márquez andrà troppo oltre sarà a suo discapito. Che sarà molto veloce è vero, ma per lui non sarà facile. Marco Bezzecchi è abbastanza carico, Pecco Bagnaia anche, anche se in modo diverso. Jorge Martín è un tipo tosto e anche Franco Morbidelli, che arriverà in Pramac, sarà forte”