“E-Mobility ist Schwachsinn” – Le parole esatte di Stefan Pierer, patron di Pierer Mobility – l’enorme azienda che racchiude tutti i marchi riconducibili a KTM – sono state queste. Secondo il traduttore di Google la parola migliore per rendere il concetto è “stronzata”. Secondo un nostro contatto, invece, sarebbe meglio dire “insensatezza”. Per fare il titolo abbiamo ovviamente scelto Google, ma, al di là delle diatribe sulla traduzione, il pensiero del manager austriaco è più che chiaro: la mobilità elettrica non ha futuro. O, almeno, non ce l’ha per adesso, soprattutto in MotoGP, dove l’odore di benzina resterà nell’aria fino al 2035. E forse pure oltre.
“In qualità di Presidente di ACEM (l’associazione europea dei costruttori di motocicli) – ha spiegato Pierer ai colleghi di SpeedWeek - posso dire che, a differenza dell'industria automobilistica, abbiamo una chiara visione globale di dove siamo diretti. Partiamo dal presupposto che con l'impianto elettrico a 48 volt fino alla classe A1, ovvero 11 kilowatt o 15 CV, molto diventerà elettrico nei prossimi dieci anni, soprattutto in Europa. Questo vale per scooter, ciclomotori e bici. L'intero motore a due tempi andrà via. Tutto ciò che riguarda le due ruote a motore oltre i 48 volt va nella direzione degli e-fuels. Ci sono piani di sviluppo molto chiari tra i produttori". Benzine sintetiche, quindi, ma per ora è impensabile che le motociclette vere potranno essere sostituite da quelle elettriche, per motivi logistici e anche di costi.
Ok le biciclette e ok pure la sostituzione graduale delle piccole cilindrate che servono per spostamenti brevi e quasi sempre in città, ma sul mercato delle due ruote saranno ancora i motori termici a dominare la scena. Figuriamoci in MotoGP, dove l’idea di rimpiazzare i motori tradizionali con quelli elettrici esiste solo nelle fantasie di chi non ha la minima consapevolezza della realtà delle cose: "Possiamo ancora guidare con i motori a combustione per sempre – ribadisce con convinzione il CEO di KTM, Husqvarna e GASGAS - L'elettromobilità è una insensatezza (o stronzata?) spinta da politici ignoranti. Una sciocchezza ancora più sconvolgente se si parla di corse: per una moto MotoGP che oggi percorre una distanza di gara con 20 litri di carburante, avresti bisogno di una batteria da 500 kg per ottenere prestazioni e autonomia comparabili e per creare la stessa densità di energia. Devi prima pensare a qualcosa di stupido come questo? Oggi abbiamo 100.000 spettatori agli eventi MotoGP che arrivano grazie motori a combustione”.
Parole durissime, dunque, che sembrano ricalcare quelle già dette nei giorni scorsi, ma con stile inglese, da Lin Jarvis, manager di Yamaha Racing e che vanno, tutto sommato, anche nella direzione di quelle di Gigi Dall’Igna, con l’ingegnere della Ducati che, però, si è detto più possibilista verso i progressi futuri dei motori elettrici. Su una cosa, comunque, sono tutti d’accordo: per l’ambiente bisogna fare qualcosa. E quel qualcosa, almeno per il momento, può essere solo introdurre carburanti sintetici: “Fino al 2035 non vedo alcun sostituto per il motore a combustione, meno che mai nel motorsport – ha concluso Pierer - E cosa accadrà ai milioni di macchine a ciclo di combustione esistenti? La soluzione è il carburante sintetico, non la trazione elettrica. Perché questo carburante è privo di CO2. Bisogna anche considerare quante preziose materie prime sono necessarie per produrre un'auto elettrica rispetto a un'auto convenzionale".