Il futuro del settore moto, almeno per i prossimi anni, non sarà completamente elettrico ma semmai ibrido. In buona sostanza, più che a una inversione a 360 gradi, Lin Jarvis, amministratore delegato di Yamaha, crede più a una rotazione che non superi i 180: “I sei costruttori della MotoGP hanno appena firmato nuovi contratti quinquennali con la Dorna” ha premesso l'inglese. “Partiamo dal presupposto che i quattro cilindri da 1000cc rimarranno più o meno invariati fino alla fine del 2026, stiamo ora studiando l'uso di carburanti sintetici, quindi il nostro settore sta pensando a come utilizzare più carburanti eco-friendly. Queste discussioni erano già avvenute con Dorna nell'estate del 2021”. Anche per questo, il passaggio all’elettrico non sarà così immediato.
“Quando si tratta di combustione, l'industria motociclistica non è allo stesso punto di sviluppo dell'industria automobilistica. Ecco perché mi aspetto che i motori a combustione interna delle moto vengano prodotti ancora per un po’ di anni” ha aggiunto Jarvis in una intervista a Speedweek. “Con le due ruote, è una questione di spazio della batteria, di peso, di costo e di tante altre caratteristiche. Per questo il numero delle moto elettrificate in circolazione non può già essere paragonato al numero delle auto elettriche”.
E così è la soluzione intermedia che il mondo moto prenderà in considerazioni prossimamente: “Questo non significa che le case motociclistiche non pensino alla salvaguardia del clima. Yamaha è ben consapevole del problema e quest'estate ha deciso una strategia ambientale per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2050. Quindi abbiamo un piano per i prossimi decenni che anche il motociclismo deve seguire. Ma lo sport è legato anche alla produzione di moto di serie e mira a promuovere le nostre vendite. Come dicevo – ha concluso -, le aziende stanno discutendo di questo argomento, che è importante per Dorna e per noi come produttori”.