Yamaha è poco avvezza ai cambiamenti e il marchio di Iwata, in MotoGP, è fedele a se stesso da anni. Più o meno gli stessi uomini, scelte di mercato che tendono più alle conferme che alle novità e persino una moto che si è evoluta sempre e solo in maniera conservativa, senza alcuna rivoluzione. Ecco perché sembra non fare abbastanza notizia l’ultima decisione di Yamaha, che ha scelto di confermare Cal Crutchlow nel ruolo di collaudatore. La sensibilità di guida dell’inglese, la velocità conservata anche adesso che è un pilota in pensione e i risultati fatti registrare nelle gare in cui è sceso in pista per sostituire piloti infortunati, infatti, hanno dimostrato che Crutchlow può tornare molto utile alla casa di Iwata. Soprattutto adesso che è chiamata a mettere pesantemente mano sulla M1 e a snaturarla un po’ per venire incontro alle richieste (o sarebbe meglio dire pretese?) di Fabio Quartararo.
Ufficialmente la firma di Cal Crutchlow sul contratto non c’è ancora, ma è noto che le parti hanno trovato un accordo e che, formalità a parte, la collaborazione andrà avanti per tutto il 2022, con il pilota inglese chiamato a fare la spola anche con il Giappone per fare da collegamento diretto tra le due anime di Yamaha, quella giapponese, appunto, e quella europea. La missione è chiara: trasformare la M1 in una moto più potente, con una maggiore velocità in rettilineo, un migliore spunto e conservando, nello stesso tempo, l’agilità in curva e il carattere “docile” che da sempre è il punto di forza del prototipo dei tre diapason. E’ quello che vuole Fabio Quartaro e non si potrà sbagliare, altrimenti il francese è pronto ad accettare le proposte che qualcuno (Honda su tutti) gli ha già confezionato. Un rischio, quello di perdere Fabio Quartararo, che nessuno può permettersi di correre e che potrebbe costare il posto a uno dei manager più longevi della MotoGP: Lin Jarvis.
Già con il ben servito a Valentino Rossi, nel 2019, la figura di Jarvis ha iniziato a non essere più quella dell’intoccabile. Poi c’è stato il caso Maverick Vinales, che pure non ha aiutato l’immagine di Yamaha e, adesso, c’è un campione del mondo che potrebbe andare via. Tutte colpe che da un lato potrebbero ricadere sul manager, ma che, dall’altro, stressano il manager stesso, tanto che le ultime dichiarazioni di Jarvis hanno l’esatto sapore di un voler mettere le mani avanti: “Il titolo di Fabio è stato, in un certo senso, la ricompensa per tanta fatica fatta negli ultimi anni – ha detto il manager inglese - Sono ancora motivato a fare il mio lavoro, ma i buoni risultati sono fondamentali. Sono stanco, la pandemia ci ha portato più lavoro e allo stesso tempo abbiamo perso un po' di divertimento. Ho 64 anni e mi restano tre o quattro anni, credo: vorrei festeggiare due o più titoli e poi dare le dimissioni”. Ma se Fabio Quartararo dovesse andar via, la lunga avventura di Jarvis in Yamaha potrebbe finire molto prima del previsto.