Una moto italiana con piloti italiani. Fausto Gresini aveva iniziato le trattative con Borgo Panigale già a dicembre con l’obiettivo di tornare quel team privato in grado di sfidare gli ufficiali come ai tempi di Sete Gibernau e Marco Melandri, vice campioni del mondo con la Honda e i colori di Faenza. Scomparso Fausto, la moglie Nadia Padovani ha voluto portare avanti il sogno del marito assieme ai figli, comunicando, poche ore fa, l’ufficializzazione dell’accordo con Ducati, per due GP21 destinate a Enea Bastianini e Fabio Di Giannantonio, per la stagione 2022.
Nadia, sono stati mesi di colloqui intensi, di trattative, offerte e rilanci. Oggi finalmente l’annuncio.
Ho iniziato a piangere alle 9 del mattino quando ho chiuso la porta di casa per venire in ufficio a Faenza ed ho continuato finché non siamo andati tutti a pranzo fuori. Ho portato i ragazzi che non sono al Sachsenring a mangiare il pesce e a brindare. Dopo mesi di duro lavoro, oggi ho coronato il sogno di Fausto. È stato un successo di squadra.
Cosa ha portato a scegliere Ducati rispetto ad Aprilia?
È stato un insieme di fattori. All’inizio abbiamo valutato tutti, anche Suzuki, e Aprilia, naturalmente, con cui abbiamo lavorato negli ultimi anni. Alla fine abbiamo scelto Ducati: sono emiliani, vicinissimi a noi, ci sono venuti incontro e poi mi sono sentita di continuare il lavoro iniziato da Fausto a dicembre.
Quante volte ti risuonano in testa le sue parole?
Costantemente. Quando era in ospedale e soprattutto dopo la sua morte ho pregato tanto: “Fausto entrami nella testa”. Mi stavano a cuore le 70 famiglie, tra dipendenti e collaboratori, che ruotano intorno alla Gresini racing, il team e tutto quello che questo comporta. È come se fossi stata esaudita. Fausto mi entrato nella testa: mi sento di ragionare come lui. In ufficio me lo ricordano in ogni momento: “Fausto avrebbe fatto proprio così. Fausto avrebbe detto questo”. Anche se ero a casa a fare la mamma, sono stata 33 anni accanto a Fausto. Abbiamo condiviso tutto.
Quanto è dura indossare i panni della manager?
Abbiamo portato avanti le trattative con Carlo (Merlini) e altre persone chiave dell’azienda. Siamo stati a trovare gli sponsor. Solo che questo progetto era enorme… All’inizio avevo paura di non farcela, poi arriva una forza enorme. È inspiegabile. Come è successo subito dopo la morte di Fausto. I momenti più duri sono stati organizzare il funerale, ma anche varcare la porta del suo ufficio. Era il suo mondo. Ho pianto ininterrottamente il giorno che abbiamo annunciato la mia posizione di team owner. In quella foto tra i figli doveva esserci lui.
Poi la forza arriva.
È come per una donna in travaglio. Pensi di non farcela e poi una forza interiore si impossessa di te. Questi mesi senza Fausto sono stati un parto.
Insieme da 33 anni, quanto hai assorbito del suo modo di gestire l’azienda e i piloti?
Tantissimo, anche perché lui non staccava mai e a casa parlavamo tanto di lavoro.
Un consiglio che gli hai dato?
È stata mia l’idea di contattare Aprilia. Fausto aveva avuto problemi con lo sponsor Go&Fun e il team era ancora per aria. Avevo sentito che Aprilia aveva l’intenzione di tornare in MotoGP e suggerii a Fausto di chiamarli proponendo di entrare un anno prima. Così è stato. Era il 2015.
Oggi l’annuncio anche dei piloti: Enea Bastiani e Fabio Di Giannantonio.
Entrambi hanno debuttato nel GP in Moto3 con noi. Fausto ci credeva molto. Fabio è determinato, nella vita come in moto. Anche Enea ha una forza di volontà incredibile. È una coppia bellissima.
Mancavano solo due moto ufficiali
Abbiamo deciso di procedere per gradi. È una questione di budget. Una factory è un impegno economico in più.
Con Bastianini, arriva nell’orbita Gresini Racing anche una persona con una grandissima esperienza e fiuto per i piloti come Carlo Pernat, una caratteristica che Fausto aveva innata.
Sono contentissima. Fausto e Carlo Pernat si sentivano continuamente. È una presenza preziosa.