Un Alex Zanardi che non conosciamo più, di cui sappiamo poco ma con cui - nella mente - continuiamo a lottare. Un Alex Zanardi che due anni fa iniziava una nuova sfida, quella per ricostruirsi una vita dopo l'incidente che il 19 giugno 2020 lo ha beffato ancora, facendo crollare il castello di normalità (e straordinarietà) faticosamente costruito dopo la perdita delle gambe nell'incidente al Lausitzring del 2001.
Questo l'Alex Zanardi di cui lo scorso anno leggevamo sulle pagine di Repubblica, un eroe lontano che fa progressi, riabilitazioni, che non si arrende. E' difficile, spiegava il figlio Niccolò: "Come sta? Non lo sappiamo. È sempre lì. Nessuna novità, niente di niente. Siamo anche un po' stressati per questo, non ci sono grandi cambiamenti. Noi non perdiamo le speranze, la fibra è buona".
Parole di verità, più che di speranza, che però contengono tutto di Alex: le difficoltà di un cammino difficilissimo, impossibile per qualcuno, la fibra nel corpo e nello spirito necessaria per combattere fino alla fine.
Il campione nei mesi scorsi ha lasciato l'ospedale di Vicenza, dove era ricoverato presso l'Unità gravi cerebrolesioni, per far ritorno a casa dopo un percorso che lo ha visto passare da cinque ospedali e più di dieci operazioni. Zanardi continua ad essere monitorato presso centri specializzati. I miglioramenti c'erano già lo scorso anno, a spiegarlo era stato lo stesso direttore del reparto di neurochirurgia di Padova Franco Chioffi: "Adesso Zanardi è fuori dal letto, l'hanno messo in poltrona".
Una notizia che poté sembrare niente ma che, in realtà, significava tutto: lo spostamento indicava una sessione avanzata della riabilitazione e un percorso intrapreso che, da sdraiato, sarebbe stato impossibile.
La famiglia non lo ha mai lasciato, facendogli ascoltare le canzoni di Antonello Venditti, melodie di un tempo felice che lega Alex alla moglie Daniela, e che sanno di vita che resta lì, che non si scolla, che rimane attaccata alla speranza.
Sulle sue attuali condizioni resta un grande riserbo, con sporadici aggiornamenti che hanno il gusto di una cauta speranza.
Sabato scorso la staffetta "Obbiettivo Tricolore" ha fatto tappa a Castel Maggiore (Bologna), proprio davanti alla casa in cui Alex è cresciuto insieme ai suoi genitori. La madre di Zanardi, Anna, ha accolto i protagonisti della staffetta scendendo in strada per applaudirli. La sindaca di Castel Maggiore, Belinda Gottardi, ha così omaggiato Alex: “Zanardi è uno di noi, gli vogliamo bene, gli abbiamo conferito la benemerenza civica dell’ ‘Ape d’Oro’”.