È la mattina del 19 giugno 2020. Alex Zanardi è felice, dice "Questo è il giorno più bello della mia vita" con una semplicità che è sua, di un campione che non assomiglia a nessuno e a cui nessuno assomiglierà mai.
Quel giorno, il 19 giugno, gli stravolgerà la vita per la seconda volta: è il giorno dell'incidente che ancora oggi lo costringe in un letto d'ospedale, a lottare per riprendere in mano i suoi progetti, le sue staffette, i suoi traguardi da eroe.
Dal 28 al 30 giugno la storia incredibile di Alex Zanardi sbarcherà nelle sale con "La grande staffetta", un docufilm realizzato nei giorni e nelle ore precedenti a quel terribile schianto. O forse nei giorni e nelle ore più felici della storia di Alex Zanardi. Perché quella frase, nella sua semplicità, è un pungo al cuore che il film - girato dai registi Francesco Mansutti e Vinicio Stefanello e prodotto da Barbara Manni, sorella della moglie di Alex - racconta in tutta la sua umanità.
Umanità che emerge nei giorni più difficili, e che Giorgio Terruzzi sul Corriere della Sera racconta dopo la visione del film che è stato proiettato prima dell'uscita nelle sale, in via eccezzionale, a un ristretto gruppo di persone: "«Andrebbe proiettato in ogni scuola» ha detto un emozionatissimo Giovanni Malagò, confermatissimo presidente del Coni, al termine della proiezione. Un groppo alla gola lungo 86 minuti, perché solo così si percepisce la grandezza di un uomo animato da un altruismo contagioso e, nel contempo, quanto un piccolo sforzo possa illuminare una stanza cupa, generare slanci prodigiosi. Umanità smagliante. Cosi, ogni disabilità svanisce in luogo di una concretezza sana, utile. Qualcosa che riguarda ciascuno di noi in un tempo colmo di fuffa, di distrazioni futili, di opportunità, appunto, trascurate".
Non prendete impegni quindi, dal 28 al 30 giugno, perché Alex Zanardi, immenso e umano, vi aspetta. Per insegnare a tutti, ancora, qualcosa sulla vita.