Nel 2024 in MotoGP non vedremo una stagione come le altre. La lista delle selle libere si accorcerà ancora, complice un livello sempre più alto e piloti affamati come leoni in gabbia. La differenza, ormai, si fa sui dettagli e non ci sarà più il tempo di adattarsi alla propria situazione prima che i risultati arrivino, come in passato. Alla fine della stagione, infatti, a diciannove dei ventidue piloti in griglia della MotoGP scadrà il contratto e buona parte di loro correranno senza troppe garanzie per il futuro. Sopravvivenza sarà la parola chiave in una stagione in cui non sono ammessi sbagli. Il sogno nascosto (ma neanche troppo) da tutti è ovviamente avere sotto il sellino una Ducati Desmosedici GP, unica moto in questo momento che permette a tutti i piloti performare dimostrando le proprie capacità. Subito in scia c’è KTM con la RC16 ma sarà altrettanto difficile dato il contratto firmato con Brad Binder fino al 2026 e la promessa (a parole e non ancora agli atti) di matrimonio fatta a Pedro Acosta.
Definire complicata la situazione Ducati è forse riduttivo. Tutti i piloti sono chiamati a un grande 2024 dato che nessuno tra questi ha ancora il contratto firmato per il futuro. Pecco Bagnaia, campione del mondo 2023, sembra essere quello più tranquillo. Il pilota di Chivasso, che ha dichiarato di voler tenere il numero 1 sotto il cupolino dopo il bis mondiale, non sembra voler allontanarsi troppo dalla sua situazione attuale. Ha ancora un lungo percorso a Borgo Panigale e non bisognerebbe stupirsi se il rinnovo arrivasse prima dell’inizio della stagione in Qatar. L’obiettivo del suo 2024 sarà sicuramente quello di confermarsi campione. Se c’è qualcuno la cui sella non è assolutamente a rischio per l’anno prossimo, quello è proprio Bagnaia. Al suo fianco, Bastianini sarà chiamato a difendere con le unghie e con i denti la sua sella. La vittoria del compagno di squadra a Valencia gli ha forse salvato il posto nel team ufficiale dopo due infortuni importanti che hanno messo in ginocchio il suo 2023. Uno nella sprint a Portimao. L’altro nella gara della domenica a Barcellona. Sarà per lui un anno molto difficile dove dovrà tirare fuori anche i decimi che non ha nelle mani.
Per la Bestia gli avversari saranno principalmente due: Jorge Martin (di nuovo) e Marc Marquez. Prima di pensare al titolo piloti, i due spagnoli dovranno avere come primo obiettivo convincere la casa madre a puntare su di loro. Siamo ormai a un punto di non ritorno. Il vice campione del mondo 2023 ha chiaramente fatto capire a Ducati le sue intenzioni: o nel 2025 avrà una moto tutta rossa, oppure quest’estate si guarderà intorno. In Pramac non ci vuole più stare, nonostante sia a tutti gli effetti un team ufficiale mascherato da clienti in cui Jorge è cresciuto esponenzialmente dal suo esordio in MotoGP nel 2021. Non è ingratitudine, bensì ambizione. Essere “in rosso” vuol dire avere pieno supporto da parte della casa madre, un gran numero di tecnici a disposizione, una parola pesante sullo sviluppo e nessuno davanti in termine gerarchie. Dall’altro lato della medaglia, Marc Marquez aggiunge più pepe alla storia. Ha voluto (e ottenuto) la sella di una Desmosedici, poco importa se colorata di rosso, viola o azzurro, e adesso è pronto a seminare il panico. Per Ducati sarà a tutti gli effetti una lama a doppio taglio. Del 93 in rosso non se ne è mai parlato pubblicamente, però non è così impensabile che, se dovesse davvero avere la supremazia che molti sospettano, sia in gioco per la sella al fianco di Bagnaia. È un opzione riposta in un angolino di cui non si parla molto, ma c’è.
L’ultima opzione viene direttamente da Valentino Rossi. Grande schiettezza, leggero (ma non troppo) accento romagnolo e numero 72 rosso sulla carena. Marco Bezzecchi, che ha rinnovato per un anno con il Pertamina Enduro VR46, potrebbe avere l’obiettivo di scalare le gerarchie in casa Ducati e affacciarsi al team ufficiale. Sicuramente a Borgo Panigale dovranno fare delle scelte. Avere nel 2025 la stessa mole di grandi talenti di cui dispongono adesso potrebbe essere più complicato del previsto. Una situazione tanto difficile, dal punto di vista gestionale, quanto invidiabile. Altre case come KTM, Aprilia, Yamaha e Honda non possono fare altro che guadagnarci. Nel frattempo, mentre si compie questa specie di guerra fratricida a Borgo Panigale, tutti gli altri dovranno cercare di ridurre il gap tecnico che nel 2023 ha toccato il vertice.