Era il 2019, sempre Motegi. Era l’anno dell’ultimo titolo di Marc Marquez, vinto con una superiorità imbarazzante sugli avversari. Era, perché oggi il Cabroncito è tornato davanti a tutti, in pole, dopo 1071 giorni che nelle corse sono un’eternità. Gli altri, ad inseguire. Il primo tra i piloti in lotta per il titolo è Aleix Espargarò, sesto. Fabio Quartararo parte 9°, Francesco Bagnaia 12°. A loro sul bagnato sono mancati i dati perché si è girato poco, pochissimo considerando che anche le FP3 sono state annullate e Marquez se l’è giocata guidando d’istinto. È esattamente per questo che mancava allo sport: Marc corre sempre oltre le aspettative, sue e degli altri. Ed è quello che manca un po’ ai piloti che vanno forte oggi, bravissimi a sfruttare la moto ma più lontani da quel modo di correre che vuole il pilota a giocare con l’estro, ad improvvisare. La MotoGP di oggi è come una formula chimica, funziona solo se sei esatto. A meno che tu non sia Marc Marquez.
Domani sarà un’altra storia, Motegi promette sole e i piloti in lotta per il titolo sembrano tutti a posto sull’asciutto, pronti ad una griglia a posizioni invertite come nelle gare in kartodromo: sei più forte? Parti dietro. Intanto però, Marc ha mandato un segnale: sto tornando, arriverò. Gli manca ancora la costanza e il Giappone lo farà soffrire, ma l’impressione è che l’anno prossimo sarà anche lui a giocarsela. Ora qualcuno dirà che la sua pole position, a una settimana dal rientro, è la prova del fatto che il livello della MotoGP si è abbassato, ma non è così. A Misano ed Aragon la coppia Bagnaia - Bastianini ha fatto il vuoto dietro di sé, cosa che in un mondiale così livellato (in FP1 a Motegi c’erano 20 piloti in un secondo) ha dell’incredibile. Non raccontiamoci che Marc Marquez è tornato lì per rimanerci e vincere da qui a Valencia, perché tanto il fisico quanto la moto non sono a livello e gli altri piloti nel frattempo sono cresciuti moltissimo. Lo ha detto anche lui, nell’intervista al parco chiuso: “Sono molto contento, è solo una pole sul bagnato ma adesso è importante tutto, tenere questo piccolo stimolo per il team, per tutti noi. In questi due anni guidavo bene sul bagnato ma qui ero a posto anche col fisico. Oggi è così, domani vediamo. Ma oggi dobbiamo celebrare perché ne avevamo bisogno”.
L’unica certezza è che chi rimpiangeva i fantastici quattro - Rossi, Stoner, Lorenzo e Pedrosa - farà meglio a seguire la MotoGP dell’anno prossimo. Perché Ducati ha sotto contratto piloti velocissimi, Yamaha sta mettendo a posto la moto e Marc Marquez sarà ancora lì, a lottare per quel titolo che lo metterebbe alla pari con Valentino Rossi. Il quale, per fortuna, a questa MotoGP manca sempre meno.