Marco Bezzecchi ha affrontato la domenica di Austin sapendo di dover riscattare almeno tre giornate negative che rischiavano di far precipitare lui e l'Aprilia in una spirale horror: la gara dell'Argentina, durata nemmeno trecento metri per una caduta alla prima curva, un venerdì da incubo al COTA in cui la RS-GP aveva improssivamente perso tutte quelle qualità che il Bez aveva dichiarato di apprezzare, un sabato texano in cui la Q2 è sfuggita per soli 82 millesimi e la Sprint si è incagliata nella giungla del gruppone della MotoGP e nell'assetto di una moto ancora da affinare.
Marco è partito con le idee chiare: gomma soft al posteriore e voglia di guadagnare posizioni da subito. La partenza è stata onesta (solo una posizione persa), i successivi sette giri insalubri, col Bez che è rimasto imbottigliato in quattordicesima posizione con tempi circa un secondo più lenti rispetto al gruppetto di testa: "Soffriamo un po' in stabilità, soprattutto con le gomme nuove, nel time attack e ad inizio gara faccio sempre un po' fatica. Comunque è una caratteristica della nostra moto e dobbiamo cercare di smussarla leggermente per rendere tutto un po' più semplice" - la spiegazione tecnica delle difficoltà iniziali. Poi dall'ottavo giro in poi Marco è riuscito a cambiare la narrazione di un avvio di avventura con l'Aprilia che, se fino a quel momento era tenebrosa, si è rapidamente trasformata in promettente: i tempi del numero 72 sono scesi progressivamente, con punte sul 2'02"8 che pareggiavano i conti coi cronologici che in quel momento stava registrando Pecco Bagnaia, in testa alla corsa. In un settore Marco si è sbarazzato di Bastianini e Quartararo, prima di sopravanzare Mir, Marini e Zarco, approfittando delle cadute di Marquez e Aldeguer. Sul traguardo ha chiuso sesto, ma né il risultato solido né la rimonta fulminea sono le principali fonti di incoraggiamento: quella coincide col fatto che per metà gara Marco ha girato col passo di un pilota che poteva tranquillamente salire sul podio.
Così dopo la gara le domande vertono comprensibilmente sul "peccato quei primi giri, perché cotanta fatica con gomme fresche e tanta benzina?". Le ragioni del Bez si rifanno alla particolare evoluzione del weekend e strizzano l'occhio ad un prosieguo di campionato intrigante per il pilota di Viserba: se l'Aprilia, su un asfalto abrasivo come quello di Austin, riesce a girare più forte alla fine che all'inizio, vuol dire che una la preoccupazione che più caratterizza questa MotoGP (la gestione gomme) è un non problema in casa Noale. "Siamo semplicemente arrivati un po' in ritardo - ha spiegato Marco ai microfoni di Sky - perché venerdì abbiamo avuto molti problemi. Ieri è andata un po' meglio, oggi ancora un po' meglio e la moto col passare dei giri mi è piaciuta sempre di più. Soprattutto nella seconda metà di gara sono riuscito a fare dei bei giri, ho girato forte, mi divertvo, sorpassavo. È stato figo, con Zarco bella bagarre. Per quanto la moto sia più difficile da guidare sulla soft, alla fine non aggredisce troppo la gomma. Questo è un gran punto forte che ha. Non ci aspettavamo un inizio peggiore di quello di venerdì, è stata quella la sfiga, ci servirà da lezione per le prossime volte. Sicuramente con quello che avevamo mi sento di aver fatto il massimo, ma io finché non riesco a fare un weekend tutto fatto bene non sarò mai contento al 100%, perciò mi rimane un po' di amaro in bocca. Il che va bene, perché vuol dire che tornerò il prossimo weekend con ancora più scaglia (sorride, ndr)".