Claudia Albuquerque nel paddock non passa inosservata. La pettorina da fotografa e il grande obiettivo non nascondono una silhouette diversa rispetto a quella degli altri fotografi visti nel paddock. Sneakers ai piedi, pantaloni bianchi, capelli ossigenati e un look decisamente giovanile fanno da contorno alla sua personalità spigliata, con l'estro di chi sa muoversi alla perfezione tra le vie di Montecarlo.
Sembra una ragazzina, piegata alla ricerca della posizione perfetta mentre tiene tra le mani una grande macchina fotografica e al collo ne porta - come un gioiello - una seconda. Eppure Claudia Albuquerque una ragazzina proprio non è. Lo era quando ha iniziato a fare questo lavoro, a soli quindici anni, spinta dall’amore per la fotografia e da un moto di indipendenza giovanile, di passione per il bello e per la creatività, mai perduto con il passare del tempo.
La sua è infatti la storia di una febbre che sopravvive, dentro ai gesti ripetuti in una vita degna di essere raccontata. Perché Claudia ha 89 anni e questo weekend ha conquistato tutti nel paddock della Formula 1 nel suo Principato. Lei che di Monaco è una vera e propria istituzione, fotografa conosciuta e rinomata del luogo che da 70 anni segue le vicende della sua città, della famiglia Reale e degli eventi che animano una realtà viva come quella di Montecarlo.
Ha fotografato il Principe Alberto in ogni occasione, compresa quella della sua incoronazione: "La mia fotografia preferita" dice, perché simbolo di un grande momento per la sua terra. Ha raccontato Monaco che cambia, che resta uguale, che vive di cose piccole e di giorni grandi, importanti. Lo ha fatto portando avanti il suo amore per la fotografia con un estro, e un piglio, che oggi incanta.
Tra i tanti che si sono accorti di lei questo weekend anche Martin Brundle, ex pilota di F1 e volto di Sky Sport UK: sabato mattina l'ha fermata in pit lane, incuriosito dalla sua storia, ma alla fine è stata Claudia a rubare la scena. Dopo aver risposto a qualche domanda, la fotografa si avvicinata all'orecchio di Brundle e con fare noncurante gli ha chiesto il suo numero. Tra risate e incredulità, il team di Sky ha trovato una stella tra i tanti volti degli addetti ai lavori nel weekend del Principato. Anche se Claudia, una stella, lo è da molto prima.
Io l'ho vista per la prima volta nel martedì della settimana del Gran Premio, a bordo campo allo stadio Louis II durante la tradizionale partita di beneficenza della nazionale piloti organizzata dal Principe Alberto. Anche in quell'occasione, mentre centinaia di giovanissimi tifosi urlavano il nome dei piloti per scattare selfie e chiedere autografi, è stato impossibile non notarla.
Il peso dei suoi 89 anni c'è, anche nei movimenti. I gradoni dello stadio sono da fare un passo per volta, stando ben attenti a dove si mettono i piedi, ma una volta in campo Claudia è una forza della natura. Saluta tutti, Principe compreso, che appena la vede si fa scappare un grande - e poco regale - sorriso. Conosce anche i ragazzini che stanno alla sicurezza, o forse finge di conoscerli per farsi aprire passaggi altrimenti bloccati e arrivare prima nei punti di interesse per scattare foto.
Ci si innamora a prima vista, di una come Claudia. Per la volontà, per la passione, per la tenacia. E perché non ha perso il fuoco. A 89 anni potrebbe aver già appeso la macchina fotografica al chiodo, aver voglia di fare altro. Invece no. Da quando ha quindici anni scatta e continua anche oggi, la bellezza di 74 anni dopo. Chissà quante cose sono scritte in quei 27mila giorni di fotografie, chissà quante storie sono passate da lì, da lei, dal suo obiettivo. E chissà quante volte si sarà detta basta, cambiando poi idea.
Claudia assomiglia alla dedizione che si ha solo per ciò che si ama, per il tempo che si dedica a quello che si sceglie di fare nella propria vita. Che a volte è dura ricordarsi dell'obiettivo, è vero, ma a volte è dura ricordarsi anche dei motivi che ci hanno portati a scegliere di partire. La guardo, mentre sto seduta sui gradoni della tribuna stampa dello stadio, e penso che vorrei essere come lei un giorno. Me la stampo nella memoria, per i giorni meno belli.
Quelli in cui per una ragazza della mia età sembra difficile fare tutto in questo lavoro: ottenere le interviste più belle, gli accrediti agli eventi importanti, i contatti e le occasioni. C'è tempo, mi ripetono e mi ripeto, ma per chi ci mette il cuore il tempo sembra non esserci mai. Si ha fretta del risultato, si ha sempre paura di sprecarsi, di vedersi sorpassare, di non valere abbastanza. Per chi poi, come me, vive con il traguardo impostato sulla corsa dei cento metri, capire il valore del tempo è il viaggio di una maratona più complessa di quanto dovrebbe.
Guardo ancora Claudia: lei non è una centometrista. Lei della sua Monaco, della fotografia e della passione dei suoi quindici anni ha saputo fare la maratona di una vita. E riuscirsi è il vero obiettivo, quello che supera tutte le aspettative.