La pioggia ha salvato Monaco, ancora una volta. Inutile mentire perché questa è una verità a cui è impossibile porre alcuna obiezione: la bellezza del weekend nel Principato, storico e stupendo, si conclude con le incredibili qualifiche del sabato.
Un momento di tensione assoluta che anche quest'anno ci ha regalato emozioni e adrenalina, colpi di scena e giri da ricordare. Un Max Verstappen perfetto, a muro più volte nell'ultimo tentativo pur di ottenere la pole position, un Fernando Alonso in grande forma disposto a spingere "come un animale" per soffiare quella prima fila a Montecarlo, e dietro di loro tutti gli altri: venti piloti che tra le strade più iconiche del motorsport mettono in scena il loro talento indiscutibile.
Domenica però, la noia: macchine troppo larghe per pensare a sorpassi decisivi, e ripetuti, su strade che decenni fa ospitavano i sorpassi di monoposto più piccole quasi della metà, molto più adatte a percorrere le vie strette del Principato. Poco movimento, poche prospettive, poco divertimento in più di metà Gran Premio di noia e pennichelle per i tifosi sdraiati sul divano in una domenica pomeriggio come tante. Poi è arrivata la pioggia. Come lo scorso anno, come tante volte in questo storico Gran Premio. E arrivando ha rimescolato le carte in tavola.
Strategia, errori, colpi di maestro e intuizioni. Nessun cambio ai vertici, con il podio Verstappen-Alonso-Ocon confermato dall'inizio del Gran Premio, ma il brivido di vedere i piloti divertirsi, stupirsi, spaventarsi anche. Un Max Verstappen finalmente inquadrato, in difficoltà, agitato e impegnato come sempre vorremmo vederlo raggiungere i suoi successi. Un Fernando Alonso che le prova tutte, che rischia e che non molla. E uno splendido, tenace, Esteban Ocon, sopravvissuto alle difficoltà dell'avere tra le mani una monoposto non al livello dei suoi avversari ma disposto a tutto pur di salire su quel podio.
Ma che si può fare? Direte voi. Mica si può annaffiare Monaco. O ordinare al meteo di piovere sempre, ad ogni weekend nel Principato. Attenti a che cosa desiderate però, perché il CEO della Formula 1 Stefano Domenicali potrebbe prendervi in parola. Finito in un vortice di nuovi format, esperimenti e metodi alternativi per tenere alto l'interesse intorno alla massima serie - da sprint race e doppie qualifiche passando per nuovi esperimenti tutti ancora da vedere - il buon Domenicali e tutta la ciurma di Liberty Media potrebbero valutare l'idea di far piovere su Montecarlo.
Perché tutti vogliono che rimanga e quando il CEO osa sussurrare che "Monaco potrebbe perdere un posto fisso nel calendario" i tifosi da tutto il mondo (e anche i piloti) gridano allo scandalo. Eppure ci si annoia, non si può negarlo.
La soluzione? In una Formula 1 normale, come quella che abbiamo sempre conosciuto, la soluzione sarebbe semplicemente accettare Montecarlo per quello che è: un weekend di spettacolo e glamour che regala grande spettacolo al sabato e - in condizioni normali - poco divertimento la domenica, soprendendoci di tanto in tanto con gare incredibili in condizioni difficili. In una Formula 1 che cerca l'eccesso sempre e comunque il bivio è aperto: rinunceremo mai davvero a Monaco? Arriveremo a una soluzione ibrida? A un weekend strano fatto di qualifiche e brevi gare? Chissà. Intanto nessuno suggerisca davvero a Domenicali di far bagnare le strade del Principato. Perché a casa Liberty Media qualcuno potrebbe pensarci sul serio.