“Marc Marquez è stato visitato sei settimane dopo l'intervento chirurgico eseguito il 3 dicembre per la mancata unione infetta dell'omero destro. Nel tempo di evoluzione è stata confermata un'evoluzione clinica e radiografica soddisfacente. Il paziente prosegue con il trattamento antibiotico specifico e con il programma di recupero funzionale adattato alla sua situazione clinica" – Sono le parole riportate in un comunicato stampa diffuso da Honda dopo che Marc Marquez si è sottoposto, nella giornata di giovedì, ad una visita di controllo presso il Ruber International Hospital di Madrid. Parole che da un lato hanno rassicurato tutti, ma che dall’altro hanno infastidito i più dopo mesi di silenzio da parte di Honda. Ci si aspettava un programma, magari una sorta di calendario che definisse le tappe in vista del rientro del campione, ma così non è stato. Siamo sicuri, però, che nella comunicazione di HRC non ci fosse già tutto quello che doveva esserci?
Forse nessuno se ne è davvero reso conto, ma la vera notizia è che Marc Marquez tornerà. In tanti in questi mesi avevano fatto ipotesi di carriera finita, ma nessuno ci ha mai creduto veramente. Fino a quando Marc Marquez è dovuto tornare per la terza volta sul tavolo di una sala operatoria, fino a quando dopo quell’intervento non s’è ritrovato pure a fare i conti con una infezione, fino a quando quel braccio destro fratturato a Jerez che lo ha messo fuori gioco per una stagione intera non è apparso ancora una volta fasciato e immobilizzato da un vistoso tutore. In questi mesi, forse, il chiacchiericcio sul fatto che Marc Marquez stesse seriamente rischiando la carriera ha concretamente cominciato a diventare una consapevolezza, un timore per chiunque sa distinguere il becero tifo dalla passione per le corse. Ecco perché il comunicato diffuso ieri da Honda, pur dicendo molto poco, dice qualcosa che è essenziale: Marc Marquez tornerà.
Ed ecco anche la ragione per cui la reazione stizzita di quanti, addetti ai lavori e non solo, non hanno gradito che nessuno indicasse più o meno quando avremmo rivisto il Cabroncito in pista non è giustificata e nemmeno giustificabile. Lo stesso Marc Marquez l’ha ribadito fino allo sfinimento: “Valuterò giorno per giorno e non forzerò i tempi ripetendo gli errori del passato. Tornerò in sella solo quando sentirò di poter dare il massimo e di essere al 100%”. Se questa è la premessa è più che palese che non può esserci un cronoprogramma e che, se anche ci fosse, a venir meno sarebbe l’interesse a darne comunicazione, anche perché il percorso da compiere è ancora ricco di insidie e come il fratello Alex Marquez aveva affermato, “ci vorranno tre mesi, ma la più piccola complicazione potrebbe far raddoppiare questo tempo”.