Arrivato in Formula 1 poco più che bambino, Lando Norris ha conquistato tutti a modo suo. Rumoroso, simpaticissimo, incontenibile. Lando che se ne va in giro per il paddock con il cappellino giallo del suo mito, Valentino Rossi, Lando che ride fino alle lacrime in conferenza stampa, Lando che si fa disegnare il casco da una bambina di sei anni.
Ma un 2020 traballante come quello che non sembra essersi ancora concluso ha costretto anche lui, il più spensierato del paddock, a fare i conti con la propria maturità. Ha imparato che le parole contano, che i social possono rivelarsi un'arma a doppio taglio, che la pressione esiste, che non sempre tutto va come deve andare.
Il britannico non ha perso il suo spirito, ma ha decisamente cambiato mentalità. Per lui il 2021, come per tanti altri piloti sulla griglia, sarà un anno decisivo. I cambi di sedile nelle scuderie sono stati radicali e mai come in questa stagione il confronto tra compagni di squadra sembra essere diretto. Il britannico, stella di una McLaren in grande crescita che sul suo talento ha sempre investito, si ritrova quindi a fare i conti con Daniel Ricciardo, da tantissimi considerato il pilota più sottovalutato della griglia.
Simpatico, come lui. Fortissimo, come lui. Ma il 2020 a Norris non ha insegnato solo a difendersi, e prepararsi, da quello che potrebbe uno scontro generazionale e decisivo per il futuro di entrambi.
Lando ha raccolto il frutto del suo lavoro, gli insegnamenti di un collega come Carlos Sainz (ormai ex compagno di squadra) capace di indirizzarlo, guidandolo, e lasciandogli in eredità il progetto di una McLaren che sembra destinata a tornare prepotentemente nel ruolo di top team in Formula 1.
Ma se Lando non ha avuto problemi ad imparare come comportarsi in pista, dimostrando da subito le incredibili potenzialità e migliorando con il tempo, come dimostra il podio di questo fine settimana a Imola, ben più doloroso è stato il cambiamento fuori dal paddock quando, a sue spese, ha imparato che il peso di un personaggio pubblico può diventare un macigno contro cui scontrarsi.
Al termine della gara di Portimao, lo scorso anno, Norris aveva commentato le vittorie di Hamilton, e i record collezionati nel 2020, spiegando il suo punto di vista sulla questione: "Lewis è molto forte ma ogni domenica deve battere al massimo un pilota o due grazie a una monoposto più competitiva della nostra, quindi è ovvio che raggiunga record". Un commento espresso con educazione, ma subito criticatissimo sui social e dai media internazionali che - come spesso succede - hanno ribaltato le dichiarazioni del ragazzo, facendolo apparire come maligno e invidioso.
Lo stesso britannico aveva poi commentato la questione dicendo che "se il commento che ho fatto su Hamilton lo avesse fatto Raikkonen tutti lo avrebbero semplicemente adorato. Le persone non hanno mai visto il mio lato serio e arrabbiato, quindi quando l'ho dimostrato tutti hanno pensato che fossi cattivo. Ma non è così".
Una lezione che sembra servita al Norris di questo 2021, meno sopra le righe, più attento all'ambiente che lo circonda, ma certo non snaturato da quella simpatia che lo ha reso uno dei personaggi più amati della Formula 1 di oggi.
Lando è semplicemente cresciuto e, guardando i risultati del weekend di Imola, possiamo esserne più che felici.