La Formula 1 possiede una costante che non passa inosservata: c’è sempre il pilota da criticare, quello che non ha mai fatto abbastanza. E dopo il Gran Premio d’Australia, Lando Norris è stato protagonista di una provocazione di questo tipo, quando un presunto fan australiano gli ha chiesto ridendo quando finalmente avrebbe vinto un Gran Premio. La risposta del pilota inglese qual è stata? Beh, un gesto eloquente del dito medio, seguito da una risata non molto complice. Tra ironia del pilota e della sorte, è evidente che la sua carriera nella categoria regina sia diventata una sorta di paradosso, e anche lui lo sa: pur mantenendosi fedele a McLaren, pare quasi aver firmato un contratto per essere il re dei secondi e dei terzi posti.
Addirittura ora supera Nick Heidfeld, ex pilota Sauber e Renault, nella lista dei piloti con il maggior numero di podi senza vittorie. Quindi potrebbe ottenere un premio speciale per questo? C'era senza dubbio di più dietro quel gesto impulsivo. Probabilmente un nervosismo che si è manifestato anche nelle sue risposte alle domande durante le conferenze stampa, sempre deluso da se stesso, con lo sguardo perso, in un momento in cui nonostante i successi raggiunti non riesce a trovare una quadra. Sicuramente il giovane venticinquenne ha sempre la parola pronta, il sorriso a trentadue denti, ma non mancano i momenti di irritazione che non si sforza neanche di nascondere. Ci ricorda, seppur in parte, Daniel Ricciardo, suo ex compagno di squadra, coi suoi pianti a bordo pista e la chiara espressione distrutta in mezzo ai sorrisoni.
L’australiano passato da Red Bull a Renault, pare davvero abbia concluso la sua carriera nella squadra papaya, non riuscendo più neanche a riscattarsi col suo rientro in Visa Cash App, nella quale tutt’ora è a rischio. Ne ha parlato anche spesso in maniera sincera e toccante in più interviste, ammettendo di aver lottato con l'ansia e la depressione, specialmente durante i momenti di maggiore stress e pressione. Le aspettative, la competizione feroce e la costante ricerca della perfezione possono mettere a dura prova la salute mentale dei piloti e il numero 3 non ne è stato immune. Anzi, non ha ignorato i suoi problemi e ha deciso di affrontarli di petto, ispirando molti nel paddock e creando un ambiente di sostegno che però a tratti vacilla ancora. A questo punto il paragone tra i due ex compagni di box è diretto: ci si aspetta che Lando sia sull’orlo di una crisi di nervi? “Ho firmato con McLaren per così tanti anni per questo, no? Perché sono felice, soprattutto del livello che abbiamo raggiunto”, ma risponde con un sorriso finto che conferma quanto in comune abbiano entrambi, subendo questa frustrante sensazione di doversi interfacciare con qualche energia interna alla scuderia, per niente piacevole, e di cui sicuramente si è ignari all’esterno.
Certo, non è da escludere che da piloti di Formula 1 si rimane spesso intrappolati in una lotta perpetua per superare se stessi, con una pressione personale costante di dimostrare il proprio valore. Ma se la firma di Norris su un'estensione di contratto potrebbe indicare fiducia nelle sue capacità, rasserenandolo, è il confronto con Oscar Piastri, che talvolta sembra brillare di più su alcune piste, che gli fa sollevare domande. Perché i risultati di un rookie sono così vicini ai suoi? L’australiano che è arrivato e ha dimostrato in un solo anno di meritare il sedile in quella monoposto sarà anche veloce, astuto, capace, una fortuna per il team, ma non era lui il pilota più esperto? O è la McLaren che, seguendo le orme Ferrari, ha aspettative alte per una vettura che davvero non spinge più di tanto e non risponde adeguatamente ai suoi piloti? Già dall’anno scorso si era notato che la squadra di Woking stava stentando a mettere a segno qualche colpo, avendo avuto spesso tra le mani una vettura che non si è mai rivelata la migliore in pista.
Tuttavia, dopo la ripresa nella seconda parte della stagione, persino Norris aveva smesso di nutrire dubbi per il suo team. In questo fine settimana in Australia però, la McLaren avrà pur ottenuto più punti di quanti si aspettava da anni, ma la soddisfazione manca ancora. Forse l’espressione “It's all too much for little Lando Norris” non è più soltanto uno sfottò e Lando e il suo dito medio potrebbero avere ragione. Sebbene ci siano state alcune eccezioni negli anni, come la vittoria a Monza nel 2021, in cui il team ha conquistato un inaspettato 1-2, è importante riconoscere che anche in quel caso Norris ha perso contro il suo ex compagno di squadra che aveva non poche difficoltà con la sua vettura. Sembrerebbe che la scuderia trascuri talvolta l'importanza delle performance individuali, riconoscendone solo il risultato immediato e dimenticando le esigenze personali dei piloti.
Perciò il traguardo della bandiera a scacchi e il sorriso sul gradino più alto sembrano ancora lontani, ma non va trascurata l'eventualità di una perdita di determinazione da parte di Lando nel perseguire il suo primo posto con la McLaren. La prossima doppia gara in Asia sarà un banco di prova decisivo per il team, che si prepara a dei miglioramenti e a un circuito sul quale le sue vetture vanno davvero forti, ma poiché siamo abituati ai cambiamenti nel mondo della Formula 1, abbiamo ancora tanto a cui assistere.