È questo il miglior Franco Morbidelli degli ultimi quattro anni, eppure la cosa più elettrizzante coincide col fatto che il numero 21 sembra avere ancora un margine di miglioramento notevole. Il 2025 è cominciato all'insegna della solidità, un po' com'era finito il 2024 con Pramac, ma meglio, con più bollicine: quarto e quinto (Sprint e Gara) in Thailandia, quarto e quinto in Texas, settimo e terzo in Argentina, terzo oggi nella Sprint del Qatar, per agguantare una medaglia di bronzo al sabato che mancava dallo scorso settembre a Misano. Eppure la sensazione che Franky, ormai stabilmente in lotta per il podio, abbia diverse cose da limare qua e là è vivissima.
Lo vedi in qualifica, punto debole dell'annata in Pramac già visibilmente migliorato, dove oggi ha conquistato la quarta casella nonostante "un errore grosso nel primo settore". Lo vedi in gara, nella gestione gomme, dove Morbido non ha visualizzato gli aspetti che ad oggi consentono ai fratelli Marquez di prendere il largo dopo pochi giri "perché ero molto concentrato su me stesso, sul mio ritmo e sulla gestione degli pneumatici, da subito ho capito che non avrei potuto inseguirli". Ha ancora qualche certezza da acquisire, qualche automatismo da ritrovare, un paio di lavoretti da affinare su se stesso, per puntare alla posta grossa. Intanto passano i weekend e Franky sorride sempre di più, in classifica lo trovi sempre un po' più in alto, sempre meno staccato dai Marquez. È sempre stato questo il suo modo di lavorare, di progredire, un metodo che alla fine - guardando la carriera di Morbido da una prospettiva ampia - ha dato grandi frutti. Continua a fruttare, mentre Franco con la Ducati gialla, nel team-famiglia che lo ha cresciuto, sembra pimpante al pari della sua versione più lucente, quella che gli consentì di laurearsi vicecampione del mondo nel 2020. Era un osso durissimo da sorpassare ai tempi per il compagno Qauartaro già fenomeno, lo è tutt'oggi: al Diablo, rimasto in Yamaha, nonostante fosse più veloce negli ultimi passaggi, non è stato offerto nemmeno un pertugio per affacciarsi in terza posizione. Quella se l'è tenuta stretta Franco, a suon di staccate sghembe, di traiettorie differenti da quelle che percorrono gli altri, di un divertimento in sella che ultimamente è diventato contagioso persino per chi guarda dal divano.

Una leggerezza di guida e di spirito che poi Franky riporta nelle interviste, dove analizza candidamente il suo sabato qatariota: "Sono molto soddisfatto, è stato un sabato positivo. Abbiamo migliorato in qualifica e poi è stata una Sprint Race solida. All'inizio mi sentivo molto forte, dopo la gomma è calata molto e non sono riuscito a tenere il passo che mi aspettavo. Però posso dire che il venerdì e il sabato fin qui siano stati positivi. Se sarà necessario fare qualcosa di diverso sulla moto? Non lo so in realtà, devo ancora controllare i dati e capire se all'inizio ho spinto troppo". Poi, con sapiente delicatezza, legge la dinamica agonisticamente trainante di questo avvio di stagione: "Cos'hanno in più i fratelli Marquez? Beh, c'è da dire che hanno cominciato questa stagione con un ritmo infernale, si spalleggiano l'uno con l'altro, si tirano in qualifica e in prova, sono molto uniti anche se poi quando si spegne il semaforo gareggiano, ognuno fa la sua gara. Hanno un livello veramente alto in questo momento, ci stiamo avvicinando a poco a poco, speriamo di chiudere il gap il prima possibile". Infine, a chi gli fa notare che con Valentino Rossi nei box la musica è ancora più piacevole, lui risponde secco: "So già come fare per convincerlo a venire sempre, basta parlargli di moto, di moto, di moto (ride)".