Curva 4 presa vivace, il posteriore che muove e l’anteriore che, di colpo, si chiude. Ducati rossa e pilota vestito di rosso a terra. Fin qui è il racconto di una scena di cui avrebbe potuto essere protagonista chiunque. E’ il seguito – ci viene di dirlo a caldo – a fare la differenza. Perché Pecco Bagnaia, che di questa storia è il protagonista vero, è rimasto lì a disperarsi, prima di provare insieme ai commissari a far ripartire la moto, perdendo tutto quel margine di tempo che c’era per correre al box e provarci oltre la speranza e i calcoli con l’altra. Marc Marquez, invece, è uno che si sarebbe messo a correre come un matto, magari strappando passaggi pure a qualche fotografo in scooter, pur di fiondarsi nel box. Ecco, la grande differenza tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez s’è vista proprio nelle Q2 del GP del Qatar, nella reazione che il 63 (non) ha avuto e in quella che Marc Marquez non ha avuto bisogno da avere.

Sì, perché per il 93 è stato tutto perfetto, compreso il giochetto a fregare (in diretta il verbo è stato un altro, con tanto di desculpa e dito puntato verso “l’Italiano del paddock”) il fratello Alex, che ancora una volta dovrà accontentarsi della seconda posizione. “Nel primo attacco al tempo gli ho prestato la scia – ha precisato il più piccolo dei fratelli di Cervera – ma nel secondo non è che lui abbia restituito il favore e ho dovuto fare da solo anche lì. Non è stato facile per me, sono caduto nelle FP2, non ho guidato al cento per cento, ma ho capito che questo era il momento. Volevo fare il mio giro, sapevo quello che dovevo migliorare da ieri. Ho fatto un piccolo errore alla 15, dove Marc va forte: è lì dove mi ha fregato. Io, però, mi sento competitivo”. Lo è, come sempre in questa stagione, e probabilmente è per questo che Marc ha preferito giocare a distanza nel secondo attacco al tempo, con l’otto volte campione del mondo che ha centrato la pole all’ultimissimo tentativo, quando la bandiera scacchi era stata ormai sventolata da un pezzo.
"Sono molto contento, perché era una pole che non rientrava nei pronostici – ha poi commentato Marc Marquez ai microfoni di Sky - Questo doveva essere un circuito in cui si prevedeva che facessi tanta difficoltà, invece mi sto trovando abbastanza bene. Sto lottando un po' con lo stile di guida, guidando un po' ‘anti-Marquez’, ma ho avuto ottime sensazioni con la gomma usata e questo è davvero positivo. Io e Alex? Un'altra volta primo e secondo, sarà difficile tenerlo dietro nella Sprint Race, ma vediamo di fare una bella gara". A rendergli la vita impossibile, almeno in partenza, ci proverà il “vero fenomeno” di giornata, ossia quel Fabio Quartararo che è riuscito a “spezzare le Ducati”, mettendo le ruote della sua M1 appena dietro alle Desmosedici dei fratelli Marquez e davanti alle Desmosedici dei piloti del Team Pertamina Enduro VR46, Franco Morbidelli e Fabio Di Giannantonio. “Era da troppo tempo che non ero in prima fila – ha detto il francese, sempre ai microfoni di Sky – Tra l’alto ho fatto il giro da solo: mi sono sentito bene, abbiamo fatto un buon lavoro. Sappiamo che nel passo facciamo un po' fatica, ma sono contento. Penso che possiamo fare una bella gara, dobbiamo essere tranquilli e sperare in un bel lavoro".
Sperare, adesso, è qualcosa che dovrà fare anche Pecco Bagnaia, perché l’errore in Curva 4 e la non reazione si sono trasformati in una undicesima casella in griglia che lo costringerà a cercare la partenza perfetta per non perdere troppo terreno già dalla prima curva. Il pilota della Ducati, subito dopo la fine della Q2, s’è chiuso nel box con gli uomini della sua squadra, senza passare per la sala stampa. L’obiettivo? Lavorare e capire che cosa non ha funzionato, per mettere una toppa sulla Sprint, ma soprattutto per capire come giocarsela nel GP lungo di domani. Il pilota italiano avrà davanti, in decima posizione, l’Aprilia di Ai Ogura, mentre rispettivamente sesto, settimo, ottavo e nono si sono piazzati un sorprendente Maverick Vinales con la KTM, Johann Zarco con la Honda di LCR, Fermin Aldeguer con l’altra Ducati del Team Gresini e Alex Rins con l’altra Yamaha del Team Monster Energy.
Il paradosso? Bagnaia, in quarta fila, avrà più vicino il rivale dell’anno passato che quello di quest’anno, visto che Jorge Martin scatterà in quinta fila dalla quattordicesima casella dopo una Q1 di sofferenza e sostanza, con in tredicesima posizione il compagno di squadra, Marco Bezzecchi, a sua volta preceduto dall’altro grande deluso di giornata: Pedro Acosta. E gli altri italiani? Luca Marini, con la Honda ufficiale, chiude la quinta fila, mentre Jack Miller, Raul Fernandez e Brad Binder completano la sesta. Chiudono Augusto Fernandez, Enea Bastianini, Joan Mir e Somkiat Chantra.