Il più veloce è stato Franco Morbidelli, ma subito dietro c’è Pecco Bagnaia. Sì, per la prima volta nei venerdì del 2025, Marc Marquez non ha chiuso davanti al suo compagno di squadra le prequalifiche e ha mostrato i denti rispetto all’atteggiamento più attendista e conservativo di inizio stagione. Ok, c’è pure l’elemento romantico di Valentino Rossi presente a Lusail con gli occhi pieni dei suoi pilotini anche dal box del team che porta il suo nome. Ma il tema, al di là di cronometro, classifiche e romanticismi vari, è un altro: questo Pecco ha saputo essere feroce. Non tanto nel modo di gestire il venerdì o nel tempo che è riuscito a strappare, visto che comunque Marc Marquez è lì a mordergli i capelli, ma nella sicurezza dimostrata con una scelta. Quale? Quella di smettere di inseguire il super tempo, avendo ormai certezza di essere nei dieci, e utilizzare gli ultimi dieci minuti delle prequalifiche per lavorare ancora sulla preparazione della gara.

E’ uscito, s’è messo davanti a tutti (in quel momento) con la morbida in un solo attacco al tempo e, poi, ha rivestito i panni del ragioniere infaticabile per farsi montare due medie e mettersi lì a studiare ogni dettaglio del comportamento della Desmosedici. Non per dare prove di forza. Ma per acquisire quella forza che invece serve quando in palio ci sono i punti. Tanto che, con la sfida rimasta mezza in sospeso, pure Marc Marquez s’è messo a fare lo stesso lavoro, rinunciando, di fatto, a fare il Marquez per fare il Pecco. Perché è chiaro che il 93, sapendo di trovarsi su un circuito che solitamente è più favorevole al suo compagno di squadra, le proverà tutte per stargli davanti proprio lì. Solo che adesso è chiaro pure che Pecco Bagnaia non sceglierà di difendersi, ma, anzi, metterà in pratica il peggiore dei giochini mentali: ignorare e pensare solo a se stesso. Quasi a voler dire: se mi metto del tutto a posto comando io e di chiunque altro, fosse anche Marc Marquez, posso fregarmene.

Chi la spunterà? Stanno lì entrambi, con altre tre Ducati pronte a sfruttare ogni errore - Morbidelli, Di Giannantonio e Alex Marquez – e la consapevolezza che a spuntarla sarà probabilmente chi saprà giocare meglio con le gomme su una pista che, soprattutto nella gara lunga, rischia di lasciare tutti sui cerchioni. “Mi sono trovato meglio con la media che con la soft – ha ammesso Pecco senza stare a fare troppa strategia - La media ha anche più stabilità e io sono un pilota che predilige la stabilità. La soft nei primi giri è esplosiva e consente tantissimo, sicuramente qualcuno può provarla domani, soprattutto chi è in grado di gestirla. Domani vedremo come si evolverà la pista e se ci saranno le condizioni della soft”. Come se a preoccupare Pecco fosse più la Sprint della gara lunga su cui, invece, la scelta sarà la stessa – gomma media – per tutti i top rider. Il tema di giornata resta quello: “oggi parlare di più veloce o meno veloce è astratto”. Quasi un modo per dire che il venerdì del Qatar, per quelle che sono le caratteristiche di una pista che tende a gommarsi tantissimo, conta meno di ogni altro venerdì.
“Durante il turno la pista continuava a evolvere, quando sono rientrato con la media c'era più aderenza rispetto all'inizio del turno con la soft – ha concluso Bagnaia - Sicuramente la soft ha un decadimento importante soprattutto a destra, quindi potrebbe esserci il rischio di vibrazioni. Io ho scelto di fare un solo attacco al tempo e rientrare per lavorare con la media e penso che Marc abbia fatto lo stesso. Appena ho messo la media ho iniziato a martellare, come fosse una Sprint. Questo è stato il mio miglior venerdì dall'inizio dell'anno, mi sono sentito bene, sono contento. Per qualche motivo, che in realtà non conosciamo molto bene, tendo ad avere meno appoggio sul dietro in staccata, forse per la dinamica della moto nuova: ho dovuto adattare un'altra volta il mio modo di frenare, abbiamo fatto un altro step nella direzione di Austin. La media nella fase di ingresso tende a fare quella piega che aiuta, mentre con la soft bisogna insistere un po' di più. Aggredire non è più un qualcosa che funziona".