Nel corso degli ultimi mesi si è parlato moltissimo del silenzio mediatico di Lewis Hamilton, della sua rabbia dopo la sconfitta di Abu Dhabi e del suo dubbio su un possibile ritiro dalla Formula 1. Si è parlato anche del vincitore, Max Verstappen, del peso di un mondiale - il primo della sua carriera - portato a casa nel più controverso dei modi possibili e di come le critiche potessero influire sulla sua celebre sicurezza.
Ma forse non si è parlato abbastanza del "post Abu Dhabi" di Nicholas Latifi, protagonista dell'incidente che ha cambiato le sorti del mondiale, e per molti fans capro espiatorio di tutto ciò che è, di conseguenza, successo quel giorno in pista a Yas Marina.
Il pilota della Williams aveva già commentato, attraverso i propri canali social, le minacce personali ricevute in seguito a quell'incidente, e si era disconnesso da tutti i social network per qualche tempo, al fine di non incrementare gli insulti e la violenza verbale nei propri confronti.
Oggi però, a poche settimane dall'inizio dei test invernali in Bahrain, Latifi torna sull'argomento e parla per la prima volta del dramma di quei giorni: "Nei giorni successivi ad Abu Dhabi ho tolto i social media dal mio telefono. Quando ho riaperto le app, ho visto tutto: i troll non sono una novità ma le minacce di morte passavano il limite. Lewis mi ha mandato un messaggio solo pochi giorni prima che mi sfogassi sui social. Ovviamente non entrerò nei dettagli di ciò che mi ha scritto. Mi hanno fatto piacere anche i messaggi di supporto di altri membri del team Mercedes, così come il sostegno sui social da parte di diversi colleghi".
Il pilota ha poi proseguito, raccontando come il suo caso - nello sport internazionale - non sia purtroppo isolato: "Questo non è l’unico caso di abusi online verso gli sportivi, è capitato anche in estate dopo la finale degli Europei di calcio, quando i tifosi inglesi hanno insultato i tre giocatori che hanno sbagliato i rigori contro l’Italia. Questo problema esiste, purtroppo. I social media portano un sacco di benefici, danno alle persone l’accesso a cose che normalmente non sarebbero in grado di vedere. Ma, allo stesso tempo, ci sono questi lati negativi".
Latifi ha poi spiegato come queste minacce si fossero fatte serie e pericolose, e della necessità di proteggere se stesso e i suoi cari: "So quanto possa sembrare sciocco, ma non sai mai con quanta serietà le persone prendano le loro parole. Basta ritrovarti faccia a faccia con un fan ubriaco all’aeroporto o con qualcuno semplicemente frustrato per la giornata che sta vivendo per essere in un attimo nei guai. Dopo la gara di Abu Dhabi sono tornato a Londra, dove ho goduto della protezione di alcuni uomini della sicurezza. A causa degli ultimi impegni stagionali non avevo avuto molto tempo per stare con la mia ragazza, così siamo andati al Winter Wonderland accompagnati dal alcun membri del personale dedicato".