Compassione per un sette volte campione del mondo come Lewis Hamilton? Per un uomo dal successo stellare? Per il pilota più vincente della storia della Formula 1? A quanto pare, sì. Se a dirlo poi è un suo collega e rivale, l'australiano della McLaren Daniel Ricciardo, forse allora dobbiamo proprio credergli.
Quello di Ricciardo è infatti un sentimento nato dopo l'incredibile delusione di Abu Dhabi del pilota che, mai come quest'anno, ha lottato per un mondiale che gli sarebbe valso l'ottavo titolo iridato, portandolo così a battere l'ultimo grande record rimasto a Michael Schumacher: quello dei sette campionati del mondo che, attualmente, dividono nell'albo d'oro della Formula 1.
Una sfida titanica, quella con Max Verstappen, che li ha portati a sfidarsi a Yas Marina ad armi pari e che, fino a cinque giri dalla fine della gara, sembrava indicare Hamilton come vincitore della gara. Poi l'incidente di Latifi, la safety car e la chiacchieratissima decisione di Michael Masi di far ripartire la gara a un giro dalla fine.
Da qui la sconfitta di Lewis e "la compassione" di Ricciardo. A raccontarlo è proprio l'australiano, nel corso di un'intervista per NextGen-Auto: "Ho provato compassione per lui: era a pochi giri dalla vittoria del titolo e dopo la decisione non c’è stato più nulla da fare. Non capita spesso di mettersi nei panni di un altro pilota, ma io l’ho fatto, probabilmente perché ho potuto vedere tutto quello che avveniva davanti a me. Lewis avrebbe anche potuto ritirarsi, d’altronde ha sette titoli. Ma ovviamente non vuoi che il più grande di tutti i tempi vada via in questo modo. Il suo silenzio? Noi non possiamo giudicare. È stato tranquillo per un po’ e aveva solo bisogno di staccare da tutto, ma come pilota e fan della Formula 1, voglio vederlo di nuovo sulla griglia".