Charles Leclerc che risponde troppo, Charles Leclerc che non risponde abbastanza. Charles Leclerc che dovrebbe farsi sentire come sapeva fare Michael Schumacher, che avrebbe bisogno di arrabbiarsi come Fernando Alonso, o d'insultare come Alain Prost. Ma Charles Leclerc è Charles Leclerc. E le parole non sono mai state il suo forte.
Vive con il cuore dentro la testa e sotto i piedi, motore di ogni cosa che fa, spinta al limite di ogni sua mossa. Si emoziona tanto, qualsiasi sia l'emozione in gioco. Troppa rabbia per non avercela con sé stesso e con gli altri, troppo amore per riuscire ad essere razionale. Come Ayrton Senna che sbranava e poi piangeva, così Charles quando le cose vanno ovunque tranne dove pensava potessero andare.
E allora quando alla Ferrari scappano le redini del mondiale e il gioco comincia ad andare male il monegasco diventa il ragazzo imperfetto che, per crescere, dovrebbe imparare ad assomigliare a qualcun altro. A Verstappen che di emozioni non sembra averne mai, a chiunque abbia vinto più e meglio di lui. Anche a Carlos Sainz magari che, dentro il suo primo successo in carriera, trova la spinta per far mettere in discussione i quattro anni del suo compagno di squadra. Perché se le parole non le sai usare, dentro un tunnel di dubbi prima o poi ci finisci sempre. E il pericolo che Leclerc venisse mangiato dalle sue stesse insicurezze, quelle che gli prendono la testa quando a proteggerla non c'è il casco con cui scende in pista, dopo Silverstone erano più alte che mai.
Ma Leclerc si è messo dritto con la schiena e ha insegnato a tutti, nel delirio del Red Bull Ring, che le risposte per lui sono in pista. Trovale lì le tue conferme, Charles. Che con le parole saranno bravi gli altri. Trovale in tre sorpassi puliti a Max Verstappen o nella forza mentale di chi riesce a chiudere, e vincere, una gara con un problema assurdo al pedale dell'acceleratore. Trovale dove sai di poterle trovare.
È la risposta vincente, l'unica che conosce, di un campione che nelle incertezze di un team che fatica a proteggerlo inciamperà sempre, che sempre sbaglierà a parlare, a porsi, a rispondere e ribattere. Di un ragazzo che a questa squadra ha sempre dato tutto, buttando il cuore oltre l'ostacolo senza mai guardarsi indietro. Da cui si possono pretendere miracoli in pista, sorpassi incredibili e volontà di ferro. Si può pretendere tutto, da Charles Leclerc. Ma non riuscirete mai a togliergli quelle emozioni raffazzonate, figlie di chi sente tanto, troppo, e lo sente sempre tutto insieme.
Non avrete mai le risposte giuste nelle parole di chi vive così, di chi vive con il cuore dentro la testa. Ma le risposte ve le darà dove può, con la visiera abbassata e il piede sempre giù. In pista, che fuori sono bravi gli altri.