Charles Leclerc conta mentalmente. Uno, due tre. Scarica la rabbia dopo un sabato da dimenticare, furioso negli occhi come dopo un ritiro. È un Leclerc che assomiglia a quello dei giorni più difficili con la sua Ferrari, degli zero in classifica, delle delusioni amarissime degli anni passati. Eppure il monegasco ha chiuso il sabato di Austin con un doppio quarto posto, in un bottino di punti importante per la classifica costruttori, il vero obiettivo della Ferrari per questa rincorsa finale al 2024. Quarto posto nella Sprint, dopo una dura battaglia contro il compagno di squadra al via, e quarto posto in qualifica, ancora alle spalle dello spagnolo per la partenza del Gp di domenica. La Ferrari ha un passo gara da protagonista e gli aggiornamenti portati prima della lunga pausa da Singapore al COTA sembrano funzionare, facendo sorridere tutti nel team di Maranello. Tutti, tranne Leclerc.
Che si trattiene, che di quel quarto posto non può essere contento. Dice di non avere "ulteriori commenti da fare" sulla Sprint e sul confronto con Sainz, arrabbiato per quella battaglia con lo spagnolo che, dice, gli ha fatto perdere tempo e che non gli ha permesso di mostrare il reale potenziale della monoposto. È arrabbiato perché sa, dentro di sé, che un quarto posto non li definisce. C'è di più da dare, c'era di più da far vedere. Sainz ha massimizzato, aggressivo nei suoi ultimi weekend in rosso, mente sogna un'ultima vittoria con la Ferrari. Leclerc si lecca le ferite mentre negli occhi non può mascherare la delusione che c'è, che è lì, e che non va via. Eppure Charles ha imparato con il tempo come azzerare quella rabbia e ricominciare da capo, nei giorni più neri degli errori e dei ritiri, e sa farlo anche lì, tra le curve di una pista spettacolare come il COTA.
Conta. Quattro, cinque, sei. Va a dormire e si sveglia nuovo, carico come aveva promesso il giorno prima, ancora segnato da un nervosismo evidente: "Domani faremo qualcosa di più". Perché questa Ferrari può, perché gli aggiornamenti portati da Monza funzionano e lo fanno anche dove tutti avevano paura di vedere i risultati, lì ad Austin, nelle terre americane. Si sveglia e sa di potersi giocare la vittoria, sfruttando una lotta al vertice tra Norris e Verstappen che parla la lingua della sfida per il titolo mondiale piloti. Sa che Max sarà aggressivo al via, lo conosce, e sa Norris cercherà di difendersi, ferito nell'orgoglio dalle tante pole position perse proprio in partenza. E sa che la prima curva lì al COTA lascia lo spazio per chi ha coraggio: ci si apre a ventaglio, c'è posto per infilarsi. La sua è una scommessa ma non si accontenta di stare a guardare, ci prova, e si prende la prima posizione. Da lì è gestione, strategia, maturità. Guida con la sicurezza vista a Monza, il cuore mostrato a Monaco, portando a casa una solida terza vittoria stagione che sa di nuovo inizio. È doppietta con Carlos Sainz, che alle sue spalle resiste all'arrivo di Verstappen, alle strategie di McLaren, con una Ferrari che non perde passo, restando concreta nella tenuta di gara.
E allora non c'è più l'ombra della rabbia, negli occhi di Leclerc. "Sapevo che potevamo farcela" dice al termine della gara, mostrando l'orgoglio di chi ha saputo raddrizzare un fine settimana iniziato male, prendendo quel nervosismo e trasformandolo. Un pilota più maturo che mai, che non smette di arrabbiarsi, che esagera, che si intestardisce, ma che poi riparte sempre da zero, da chi è, dal talento che può mettere dentro alla macchina e da una maturità che ha costruito con il tempo e la fatica. Lì, nella corrente giusta, può smettere di contare. Sette, otto, nove. Si va in scena.