Poteva essere un podio, invece è arrivato un altro ko, l’ennesimo di una stagione che, tolto il secondo posto di Imola, sembra non voler premiare gli sforzi dell’equipaggio numero #46. Valentino Rossi e il resto del team Bmw Wrt archiviano l’appuntamento texano con un sorriso amaro, consapevoli che, una volta ancora, le premesse per concretizzare il potenziale mostrato sino ad ora c’erano tutte, ma che, per un motivo o per un altro, alla fine il risultato non è arrivato. Un grande peccato, anche alla luce del ritmo mostrato durante le prime fasi di gara, soprattutto per mano di Maxime Martin e dello stesso Rossi, capaci di riportare la Bmw #46 in lotta per il podio nonostante l’equipaggio scattasse dalla 33° casella, un’impresa resa ancor più ardua a causa di un primo stint incolore da parte di Ahmed Al Arthy, mai a suo agio tra i curvoni e le frenate del Cota.
Passata infatti nelle mani di Martin, la Bmw M4 pareva essere un’altra macchina rispetto a quanto visto fino a quel momento, capace di riportarsi, sorpasso dopo sorpasso, nella contesa per le posizioni che contano. Una grande prestazione quella del pilota belga, a cui ha fatto poi eco Valentino nel suo stint: ereditato il volante, il pilota di Tavullia, forse memore delle grandi prestazioni messe a segno ad Austin nel corso della sua carriera in MotoGp, ci ha messo pochissimo ad entrare nel ritmo dei migliori, mostrando peraltro una grande aggressività. Addirittura, dopo aver superato il proprio compagno di squadra, si è reso protagonista di un tentativo di sorpasso spettacolare ai danni della McLaren di Gregoire Saucy che, seppur non completato, sarà destinato ad essere ricordato da molti all’interno del paddock: arrivati appaiati alla staccata del lungo rettifilo che collega la seconda parte di pista con l’ultima sezione, quella più lenta, Valentino affianca all’esterno la McLaren che, però, tira la staccata; a questo punto, grazie ad un’uscita di curva migliore, il “Dottore” tenta un incrocio dopo l’altro, l’ultimo dei quali addirittura con la propria vettura di traverso, sintomo ormai di una grande confidenza acquisita con la propria M4, testimoniata soprattutto dalla difficoltà di manovre del genere.
Dunque, seppur senza aver ottenuto un risultato di rilievo, una volta ancora nella propria carriera, Valentino è riuscito a far rimanere a bocca aperta colleghi e addetti ai lavori, dimostrando come, ogni qual volta vi siano le condizioni, sa farsi trovare pronto. Servirà forse ritrovare un po' di fortuna, soprattutto se di considera come, nel corso della stagione, tra errori e sfortune, l’equipaggio forse più atteso di questa annata in classe LMGT3 abbia raccolto meno di quanto meritasse, nonostante i tanti lampi di cui soprattutto Martin e Rossi si sono resi protagonisti. Un 2024 di alti -come il podio a Imola nella seconda gara della stagione- e di bassi, rappresentati soprattutto dal ritiro a Le Mans, tappa a cui il Dottore teneva particolarmente, avendo sognato di correrci per lungo tempo, che non hanno permesso all’equipaggio di rimanere in lotta per il titolo finale, seppur come detto, in più occasioni la #46 sia stata tra i grandi protagonisti delle gare disputate. La prossima occasione per rifarsi, per fortuna, è dietro l’angolo, rappresentata dalla 6H del Fuji, dove, considerato anche quanto mostrato domenica, ci sarà sicuramente voglia di rivalsa: un circuito iconico per magari mettere a segno una grande prestazione, importante per cancellare quanto la sfortuna abbia tolto nel corso degli ultimi appuntamenti e per regalare, una volta ancora, l’ennesima gioia ad un pilota che non smette mai di stupire e di riscrivere la storia.