“E’ stato un incidente di gara, non ci sono colpe e nella MotoGP di qualche anno fa non sarebbe mai successo” – Marco Melandri l’ha detto subito, in apertura della consueta diretta su Instagram con Davide Valsecchi all’indomani del week end di gara a Aragon. Il riferimento, è chiaro, è al botto tra Alex Marquez e Pecco Bagnaia, con l’ex campione del mondo che ha il dente avvelenato per altre questioni più che per quello che è successo tra i due piloti.
“Asfaltare la pista due giorni prima e poi mandarci i piloti della MotoGP a correrci è uno scandalo. Sembrava guidassero tutti sulle uova, tranne Marc Marquez che è di un altro pianeta lì. E poi l’asfalto sporco fuori traiettoria. Ma scherziamo? E’ pericoloso davvero. Oltre Pecco anche altri hanno pattinato in partenza, roba che se cadi succede un disastro”. Per Melandri, insomma, Aragon ha lasciato temi più importanti e anche dell’incidente tra il campione del mondo in carica e il più piccolo dei fratelli Marquez la considerazione da fare riguarda l’aerodinamica che a volte può essere pericolosa: “Se guardiamo bene le immagini, si vede che gli si agganciano le ali. E’ andata bene perché non si sono fatti male, ma le immagini sono agghiaccianti perché poteva andare in maniera decisamente diversa”.
Incidente di gara: Pecco ha le sue "colpe" e è iniziata la guerra psicologica
Sulla dinamica, invece, l’ex campione del mondo, nonostante Davide Valsecchi provi in tutti i modi a stuzzicarlo, cerca di restare sul diplomatico. “Stavano lottando per il terzo posto – ha detto – A Alex Marquez non capita spesso e ci sta che fosse intenzionato a non mollare niente. Pecco, invece, si giocava punti importanti e magari poteva usare un pizzico di accortezza in più, lasciando qualche centimetro di spazio, ma la verità è che i piloti non fanno questi ragionamenti. Pecco ha visto l’occasione di superare e ci ha provato, perché quando sei in gara non pensi che magari potrai riuscirci poco dopo. E’ stato un incidente di gara”. A preoccuparlo di più è stato il dopo, con Melandri che non ci ha girato troppo intorno: “Secondo me Pecco ha spinto così tanto nelle dichiarazioni perché dall’altra parte c’era un Marquez. Non era Marc, ma era comunque un Marquez e il 2025 è già cominciato. Saranno compagni di squadra in Ducati: è iniziata la guerra psicologica. Però la verità è che i Marquez riescono sempre a far parlare di loro. Senza i Marquez, senza Marc in particolare, la MotoGP rischierebbe pure di essere noiosa”.
Marc Marquez di un altro pianeta, ma Pecco ora ha due volte Misano
Quello che l’otto volte campione del mondo è stato capace di fare a Aragon è sotto gli occhi di tutti e anche su questo Marco Melandri ha le idee chiare: “Appartiene a un’altra epoca e in condizioni come quelle di Aragon, con i piloti di adesso che si sono trovati a fare i conti con un asfalto imprevedibile, Marc Marquez ha potuto fare la differenza. Bravissimi anche gli uomini del Team Gresini: è stato il fine settimana perfetto”. Difficile, però, pensare che un solo week end possa bastare a definire riaperto il mondiale della MotoGP, con l’ex pilota di MotoGP e Superbike che resta fermo sulle sue certezze: il pilota di una squadra satellite non vincerà mai il titolo contro un ufficiale. E anche il fatto che Jorge Martin sia di nuovo in testa alla classifica generale ha poco significato: “Adesso arriveranno due round a Misano e secondo me si ristabilirà la situazione precedente. C’è da dire che Pecco nella Sprint s’è trovato a fare i conti con una gomma problematica, anche se Michelin non ammette mai del tutto quando il problema sono gli pneumatici, e nella gara della domenica era comunque in lotta per il terzo posto”.
F1: Charles Leclerc ingiocabile a Monza, ma tanti rischi per Kimi Antonelli
Quello appena andato in archivio, però, non è stato solo il fine settimana della MotoGP a Aragon, ma anzi è stato, prima di tutto, il fine settimana della Ferrari e di Charles Leclerc tornati alla vittoria a Monza, oltre che dell’annuncio di Kimi Antonelli come erede di Hamilton in Mercedes. “Leclerc a Monza è stato ingiocabile – ha spiegato Valsecchi – Mi sono gasato tantissimo perché è vero che aveva vinto anche a Monaco, ma questa volta è stata una vittoria di talento puro. Secondo me se l’anno prossimo imbecca otto o nove domeniche così ci sta che diventa campione del mondo. Anche perché non si capisce cosa sta succedendo in Red Bull: penso che quest’anno, al di là di Verstappen che resta un fenomeno, almeno il mondiale costruttori lo perderanno visto che il gap adesso è di soli otto punti”. L’altro tema di giornata a quattro ruote, però, è stato il crash di Kimi Antonelli nelle libere del venerdì con la Mercedes e l’annuncio del debutto del diciottenne italiano in Formula1, proprio con la macchina con cui Hamilton ha vinto tutto quello che c’era da vincere. “Io sono contentissimo – ha concluso Valsecchi – Non si può non essere contenti e non si può non riconoscere che Antonelli ha un gran talento. Però mi spaventa il fatto che sia stato mandato nella mischia così in fretta e direttamente dalla porta principale: rischi di giocargli la carriera. Di solito ti fanno passare da un team secondario, ma capisco un manager o un padre che davanti a una opportunità così non può mica dire di no. Speriamo bene per questo ragazzo, perché le carte giuste le ha tutte davvero”.