La vita è inaspettata e quando meno te lo aspetti cambia in un secondo, l’unica cosa che puoi fare è reagire, questo lo sa bene Domiziana Mecenate. Una vita normale la sua, divisa tra lo studio e la ginnastica artistica che praticava a livello agonistico, lo sport con la quale sarebbe voluta andare alle Olimpiadi e di cui si era innamorata mentre ne vedeva le spaccate a Pechino 2008.
Ma di mezzo si è inserito il destino, perchè un pomeriggio del 2021, un salto al volteggio ha cambiato tutto. Di quel giorno ha spesso raccontato sui social, che sono diventati un mezzo per condividere il suo percorso di rinascita dopo l’incidente, ha detto: “Mi sono subito resa conto che non riuscivo a muovere né le braccia né le gambe. Non sentivo proprio niente”. Dopo quel momento un’operazione, un mese di coma farmacologico, un anno in ospedale e la ripresa grazie a moltissima fisioterapia, perché nonostante la lesione midollare a livello cervicale, stimoli e riflessi sono rimasti parzialmente funzionanti, riesce con la sua carrozzina a condurre una vita “normale”.
Tutto questo a soli 22 anni, nonostante la sua età, si percepisce in lei una maturità di chi ha vissuto più vite e si ritrova in quello che dice, come ad esempio: “Poteva andare molto peggio”. Infatti una volta tornata a casa dall’ospedale, ha ripreso in mano la sua vita iscrivendosi alla facoltà di ingegneria elettronica, ma non solo perchè da vera sportiva ha cercato qualcosa che le permettesse di riprovare quelle emozioni, quell’adrenalina che si prova nello sport e l’ha ritrovato nel nuoto. Nonostante tutto certi amori non si scordano, e la ginnastica artistica è uno di quelli, infatti ha affermato: “Amo la ginnastica e continuerò ad amarla, nonostante l’incidente”. Due sport completamente diversi ma del nuoto a farla innamorare è stato il contatto con l’acqua perchè “non avvertire peso in acqua è meraviglioso, mi fa sentire libera”.
In pochissimo tempo ha raggiunto risultati davvero importanti a livello italiano e non solo perchè lo scorso marzo ha preso parte alla sua prima gara internazionale sono stati gli Europei di Madeira dove ha sfiorato il podio nei 50 dorso, rana e stile libero, di cui ha fatto anche i 100 metri arrivando 7°. Al Corriere della Sera ha detto: “Le mie Olimpiadi? Vado per combattere contro tutti i tabù”, cosa che ha sempre fatto sui social sdoganando gli stereotipi legati alla disabilità, mostrando che oltre a quella c’è molto di più e che si può essere felici anche in sedia a rotelle, ma non solo perchè racconta la vita di una ventenne tra allenamenti, uscite e università. Oggi a tre anni e qualche mese da quell’incidente, si trova a Parigi, alle Paralimpiadi, pronta a rappresentare l’Italia. La sua è una bellissima lezione, perchè per quanto la vita possa metterti davanti sfide impossibili c’è sempre un modo per affrontarle. Determinata e carica non si nasconde e ancora una volta punta in alto, perché la sua ambizione la porta a voler sognare in grande e l’obiettivo a Parigi è vincere una medaglia. Domiziana non si è mia posta limiti e come diceva Micheal Phelps: “Non puoi mettere limiti a niente. Più sogni, più andrai lontano”. Una bracciata alla volta.