La cosa assurda di questa MotoGP 2024 è che uno come Enea Bastianini rischia di passare inosservato. Perché quando ci si raffigura la lotta tra i titani della Ducati, nella mente compaiono le immagini di Pecco Bagnaia, Marc Marquez e Jorge Martín appaiati e protagonisti di rusticane battaglie a colpi di carena. Un po' com'è accaduto nelle primissime fasi della domenica di Austin, dopotutto. Enea Bastianini, che a giudicare dalle voci del paddock sembra già avere un piede fuori dal box rosso per il 2025 (la decisione definitiva di Borgo Panigale verrà presa a breve e comunicata tra Barcellona e Mugello), arriva più tardi nell'immaginario collettivo, non viene considerato subito. Oltremanica appiopperebbero a Bastianini l'appellativo di underdog, ma forse outsider è ancora più calzante al momento.
Eppure - nel mondo della MotoGP che funziona sempre più per numeri, clausole, scadenze e statistiche - basterebbe buttare sul tavolo qualche cifra per accorgersi che in realtà Enea è un pezzo pregiatissimo del campionato, uno per cui andrebbero costruiti ponti d'oro: è secondo nel Mondiale a 21 punti dal leader; tra qualifiche, gare e Sprint Race non ha ancora fatto peggio del sesto posto. La verità è che Bastianini sta affrontando questa stagione col metodo di un veterano. Nel corso dell'inverno ha recuperato la condizione fisica migliore dopo un 2023 sciagurato, durante queste prime gare - insieme al team - ha trovato un setup di base sulla Desmosedici che gli permette di andare forte dappertutto e in relativa sicurezza. Sono presupposti fondamentali per inquadrare la consistenza mostrata negli ultimi due mesi da Enea, che ad Austin - dopo il secondo podio consecutivo - ha riassunto così la sua domenica ai microfoni di Sky: "In realtà ero partito per fare una bella prima parte di gara, ma all'inizio ho preso posizioni e ho faticato un po' con l'anteriore stando in scia a così tante moto. Poi la seconda metà di gara è sempre la mia fase preferita, quella dove riesco ad esprimermi al 100%. Sono tornato su, mi sarebbe piaciuto vincere, ma ovviamente possiamo essere contenti. Cosa mi manca? Ancora un po' di esplosività in qualifica e soprattutto durante le Sprint Race. Cosa mi ha permesso di avere più feeling con la Ducati? Sicuramente il comportamento della GP24 in inserimento curva mi ha aiutato; sono stati rivisti il motore e la ciclistica e quest'anno riesco a tenere di più i freni in mano, cosa che con la Desmosedici 2023 non riuscivo a fare. Il setting di base di questa stagione funziona su tutte le piste, possiamo migliorare ancora qualcosina ma questo è molto positivo".
La situazione di Enea Bastianini, come lui stesso ammette, è molto positiva. Il motivo è scontato: il numero 23 ha ancora margine, parecchio pargine. Fino a qui non abbiamo ancora visto la Bestia che con Gresini vinceva quattro gare a stagione e rimontava con una ferocia inaudita. Quello di oggi è un Bastianini ancora guardingo, paziente, per certi versi calcolatore. È un pilota scottato e scheggiato dalle disavventure di un 2023 doloroso che sta ritrovando gradualmente le sensazioni dei giorni migliori. A Portimao ha siglato il giro veloce della gara a cinque passaggi dalla bandiera a scacchi, oggi ha firmato il suo best personale con una gomma soft posteriore ormai alla frutta (considerando la scelta di montare la media al retrotreno - decisione col senno del poi corretta - di Vinales e Acosta, Enea guadagna di diritto il titolo di "primo degli altri" della domenica texana). Il Bastianini famoso e temibilissimo per le sue capacità di gestione della gomma nella seconda metà di gara sta tornando. Questa versione della Bestia con gli artigli non ancora del tutto affilati - in ogni caso - è già in grado di battere i Marquez, i Bagnaia e i Martín di cui sopra. L'ha fatto oggi ad Austin, regolando nel finale Jorge - colui che dovrebbe soffiargli la sella rossa - con astuzia e cuore. Questo Enea, zitto zitto, è in piena lotta per il Mondiale. Arriva da outsider, a fine a gara, e scombina i piani di tutti. Chissà che non stravolga anche quelli di Ducati.