“Tranquillo, è normale”, dice ridendo Enea Bastianini nel retropodio di Austin. Ce l’ha con Pedro Acosta, che si è spostato in un angolo per vomitare dopo il secondo podio consecutivo in MotoGP. Enea scuote la testa con un gran sorriso, si gode il momento. Poi dice a quell’altro di bersi un po’ d’acqua prima di andare a festeggiare. Sul podio, comunque, Pedro mica può bere: negli Stati Uniti servono 21 anni e lui ne ha appena 19, così festeggia come fosse in Qatar.
“È stata la gara più bella della mia carriera, anche se ho fatto secondo”, dice al backdrop nell’intervista a Sky. Poi ci mette il carico: “Me la sono goduta come un bimbo. Era dalla Moto3 che non mi godevo così la cors. Se dovessi spiegare questa giornata a un amico gli direi che è stato il fuoco”. Acosta ha corso con una gomma media al posteriore (come Maverick Vinales, mentre i piloti Ducati montavano la morbida) dopo averlo chiesto alla sua squadra che invece gli aveva proposto la soft. Ci ha fatto secondo combattendo con Marc Marquez, con Jorge Martín, con Pecco Bagnaia. È fortissimo in staccata, sorpassi micidiali. Lui dice che l’abitudine di fermarla di traverso l’ha presa in Moto3, come a dire che tra quella moto lì e quella che guida adesso di differenza non ce n’è così tanta. Stessa cosa quando spiega che prendere confidenza con la MotoGP non è stato un problema perché, dice, tanto la moto è quella, è fatta così.
Soprattutto però sarà la terza, quarta volta che vomita dopo una gara, a questo punto quasi una necessità. È curioso perché un altro a cui piaceva sputare i succhi gastrici in pista era James Hunt, che però lo faceva prima di correre e non dopo aver vinto.
Oggi Pedro Acosta è quarto nel mondiale e la cosa spaventosa è che si trova pienamente in lotta per il titolo, roba che a un esordiente non capitava dal 2013 di Marc Marquez. Con qualche grosso colpo di fortuna potrebbe anche vincerlo. D’altronde lui, rispetto a tanti altri (Rossi, Lorenzo, Stoner e lo stesso Marquez) sbaglia pochissimo e quando lo fa è per imparare. Verranno i tempi duri anche per lui, come è successo a ogni pilota. La sensazione però è che i tempi duri verranno prima per gli altri. Acosta dice “Graccie capo” con il cappello da cowboy per salutare Sandro Donato Grosso a fine intervista. Si è dimenticato, però, di dargli appuntamento tra due settimane a Jerez.