Come la racconti una Sprint Race in cui il pilota che è partito dalla pole è rimasto davanti dal primo all'ultimo centimetro, senza lasciare neanche un minimo barlume di speranza a chi gli stava dietro? Semplice, la racconti semplicemente facendo il nome: Maverick Vinales. E, poi, andando invece a raccontare quello che è successo alle sue spalle. Dicendo che c'è arrivato Marc Marquez, ma partendo dal racconto di quello che è successo ancora dietro: ossia un sorpasso che evoca un vecchio ricordo. Quale? Quello delle famose (e odiose) scoppole correttive. Una sorta di buffetti affettuosi dietro la nuca e che solitamente quelli più grandi e esperti rifilavano ai giovani che alzavano un po' troppo la cresta. Ecco, la scoppola correttiva, oggi, l'ha datta Jorge Martin al connazionale Pedro Acosta. Il ragazzino terribile della GasGas stava spingendo come un forsennato, provando a regolare persino Marc Marquez (che lo teneva dietro con grande fatica), ma nella sua esuberanza non s'è reso conto che da dietro stava arrivando proprio il leader del mondiale. Martin, quando si era già abbondantemente oltre la metà di gara, l'ha infilato. Lasciandolo al quarto posto. Un sorpasso che ha suonato, appunto, di "scoppola correttiva" e di cui ha potuto beneficiare anche Marc Marquez, guadagnando quella manciata di metri necesari per mettere un margine di garanzia a difesa del secondo posto.
Maverick Vinales davanti a tutti di prepotenza quindi, seguito da un Marc Marquez che sembra sempre più capace di portare al limite la Desmosedici del team Gresini e da uno Jorge Martin che non sbaglia niente neanche quando parte un pochino più indietro. E Pecco Bagnaia? Ottavo. La sua gara è andata a farsi benedire praticamente al metro 1. Perchè allo spegnersi del semaforo la Desmosedici del campione del mondo ha avuto uno scarto in avanti e Pecco ha dovuto chiudere il gas. Da lì a ritrovarsi in bagarre nel mucchio è stato un attimo e anche quando il gruppo s'è sgranato un po', per il pilota di Chivasso i tempi non sono mai stati in linea con quelli dei primi. Chi è riuscito a tenere il gruppetto di testa per un po', invece, è stato il suo compagno di squadra, Enea Bastianini, che però ha avuto un calo di performance intorno a metà Sprint, salvo poi trovare un ultimo giro che gli ha permesso di chiudere in sesta posizione, dietro all'Aprilia di Aleix Espargarò e davanti alla KTM di Jack Miller.
Chiudono la top 10, infine, Raul Fernandez, con l'Aprilia del Team Trackhouse, e un ritrovato Franco Morbidelli, con l'altra Ducati del Team Pramac. La sua - contrariamente alle previsioni dei soliti fenomeni - non è stata la peggior Ducati in pista, visto che la Desmosedici di Fabio Di Giannantonio ha rotto il motore al primo giro e che anche l'altra Ducati della VR46 è arrivata dietro a Morbidelli, con Marco Bezzecchi che ha dovuto accontentarsi della tredicesima piazza dietro a Miguel Oliveira e Brad Binder. Chiude la classifica delle non giapponesi, invece, l'altra Ducati del team Gresini di Alex Marquez, mentre "il trofeo d'Oriente" l'ha vinto Fabio Quartararo, quindicesimo davanti al suo compagno di squadra, Alex Rins. Diciassettesimo, infine, con 22 secondi di distacco da Vinales, Luca Marini, che però è stato l'unico capace di portare al traguardo una Honda, visto che Joan Mir, così come Johann Zarco e Takaaki Nakagami, si sono fatti fuori da soli.