La definizione del titolo l'abbiamo presa in prestito da Guido Meda, che dopo il giro a vita persa di Maverick Vinales se ne è uscito in diretta su Sky con un "che trota che ha pescato Maverick". Ok, siamo in Texas e forse si poteva pensare a qualche altra figura retorica, ma questa ha reso l'idea bene da matti. Perchè il pilota spagnolo dell'Aprilia, che fino a poche settimane fa era considerato già in partenza da Noale, nel circuito statunitense c'è arrivato con lo stesso ghigno di quello che è quasi certo che prenderà il pesce più grosso. C'era quasi riuscito a Portimao, nell'ultimo fine settimana di gara, e ci riproverà al COTA, su una pista dove il manico conta parecchio e saper dimostrare grande sensibilità sui freni fa la differenza. Con la storia della trota più grossa che, manco a farlo di proposito, finisce per diventare ancora più calzante guardando chi c'è in seconda posizione: Pedro Acosta. Lui, il ragazzino terribile della MotoGP, è identificato da tutti come il pescatore, per via del lavoro del babbo, anche se in KTM farebbero bene a considerarlo "il salvatore". E' sua, infatti, l'unica RC16 che partirà dalle posizioni che contano.
Acosta avrà una italiana da una parte - l'Aprilia di Vinales, appunto - e una italiana dall'altra: la Ducati Desmosedici di Marc Marquez. L'otto volte campione del mondo ha provato anche a rischiare pesante negli ultimissimi secondi della Q2, ma non è riuscito a fermare il cronometro sotto quel 2,01 sfondato solo da Vinales. "E' andata meglio di come mi aspettavo - ha spiegato Marquez - non eravamo partiti bene e eravamo lontani, poi con il lavoro, piano piano, siamo riusciti a avvicinarci, quindi sono contento. Vedremo nella Sprint e domani di poter fare il meglio possibile. Abbiamo fatto qualche cambiamento e la mia moto è diventata un po' più nervosa, ma partire dalla prima fila era importante".
Partire dalla prima fila. Qualcosa che, per un soffio, non è riuscita a Pecco Bagnaia. Il campione del mondo in carica ha dato l'impressione di non voler rischiare più di troppo, soprattutto dopo che nei primissimi minuti della Q2 molti piloti sono finiti a terra, vanificando, di fatto, molto del lavoro da fare. Il passo di Pecco, comunque, sembra molto buono e a dirlo è stato paradossalmente proprio Marc Marquez: "Pecco, Bastianini e Martin sono molto veloci sul passo, forse dovrò difendermi più da chi sta dietro piuttosto che attaccare chi mi parte davanti". Progetti di strategia che, come sempre, finiranno nel dimenticatoio appena si spegneranno i semafori, quando sarà necessario solo dare tutto il gas possibile. Qualcosa che Jorge Martin ha provato a fare anche oggi in qualifica, finendo però per sabotare da solo le sue possibilità. Lo spagnolo di Pramac, infatti, è partito a cannone, stendnendosi al primo time attack e, poi, anche al secondo, dopo aver rialzato la moto e essersi messo a spingere come un forsennato senza neanche un passaggio al box.
Alla fine, con la tuta grattatata in ogni dove e un attimo di serenità ritrovato, Martin è comunque riuscito a mettere le ruote sulla sesta casella, condividendo quindi la seconda fila con Bagnaia e Bastianini. Terza fila, invece, per Aleix Espargarò, affiancato da Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli, mentre a contendersi la quarta ci saranno Marco Bezzecchi, Jack Miller e Alex Marquez. Nel "mondiale (triste) delle giapponesi), il vincitore dello scorso anno, Alex Rins, ha messo le ruote della sua Yamaha M1 in quindicesima posizione, seguito dal compagno di squadra, Fabio Quartararo. Inesorabilmente ultime le Honda, che ormai sembrano correre un monomarca a parte con Zarco quartultimo, davanti a Mir, Nakagami e Marini.