Pensandoci a bocce ferme, siamo convinti che paradossalmente Charles Leclerc abbia salvato la Ferrari da un’umiliazione peggiore di quella provocata dal suo errore maiuscolo nel secondo round della F1 al Red Bull Ring. Andando a collidere vistosamente con Sebastian Vettel, squarciando l’ala posteriore al compagno di squadra e rovinando irrimediabilmente il fondo piatto della sua SF1000, Leclerc ha risparmiato ulteriori sofferenze ai tifosi della Rossa, che speravano nel miracolo dagli aggiornamenti portati in fretta e furia in Austria. Ma di riprese salvifiche non ce ne sono state, e la Ferrari, senza il doppio ritiro al via, avrebbe vissuto una gara da incubo.
Non c’è stato bisogno di una resa in gara oggi per capire che la SF1000 è una vettura nata male e sviluppata pure peggio, con deficit sia dal punto di vista del motore che da quello aerodinamico. E il disastro del sabato sotto la pioggia in Austria, in condizioni in cui il propulsore e il carico contano meno, ha evidenziato anche lacune a livello di telaio. La verità dolorosa per i tifosi della Rossa, così come per i piloti e la dirigenza, è che la Ferrari si trova molto più indietro di quanto fosse lecito pensare alla vigilia del mondiale.
Perché la Rossa, dati delle libere del venerdì sul passo gara alla mano, avrebbe faticato con Racing Point e McLaren, e forse pure con la Renault. Un quadro avvilente, che ritrae la Rossa come quinta forza del mondiale, invischiata a centro classifica. Allora forse meglio porre fine alle sofferenze fin da subito, anziché́ penare al limite della zona punti. Sì, perché l’obiettivo realistico sarebbe stato quello di annaspare ben lontano dalla Mercedes e dalla Red Bull.
E non si può sempre sperare che il bimbo prodigio Leclerc riesca a buttare il cuore oltre l’ostacolo, estraendo molto di più del dovuto da un pacchetto tutt’altro che competitivo. Anzi, era pure preventivabile che anche il monegasco incappasse in errori dovuti alla smania di arrivare là dove la scuderia di Maranello, alla faccia del suo blasone, non può spingersi se non in condizioni eccezionali. Urgono rimedi, questo è evidente. Ma solo il tempo ci dirà̀ se le speranze di raddrizzare un progetto con così tante storture si riveleranno vane.
E cercare di trovare la quadra diventa fondamentale non solo per questa stagione, ma anche per il 2021. Questo perché, in attesa della rivoluzione tecnica del 2022, il prossimo anno lo sviluppo delle monoposto sarà decisamente plafonato. Hai voglia ad usare i token per migliorare il pacchetto: prima o poi finiranno. Dopotutto, partendo da una base pessima i margini sono limitati. E allora non basteranno le azioni salvifiche di Leclerc, che siano portare la Ferrari sul podio di forza o eliminare il problema piombando come un kamikaze su Vettel. La realtà della Rossa rischia di essere ancora più dolorosa del ko in Stiria: e a questa eventualità nessuno è pronto.