Un Charles Leclerc completamente diverso dal solito, è così che appare mentre si racconta in “Le Prodige”, la sua biografia già disponibile online. Firmata da Rémi Boundoul, è la storia di un giovane venticinquenne diventato grande forse troppo velocemente, ma con il Cavallino sempre nel cuore, fin da quando era bambino. Non si contano gli aneddoti sulla vita del pilota, vissuti con gli amici di sempre, conosciuti durante l’infanzia che ha trascorso a Monaco, con cui ha condiviso tantissimi ricordi, anche sullo sfondo dei weekend di gara, come ha raccontato il suo amico Joris: “Il venerdì, dopo le Prove Libere, condivide sempre le sue impressioni con noi. In genere persino dopo la gara invia qualche messaggio WhatsApp in cui ci parla delle strategie e delle sue sensazioni. Quando è a Monaco ci invita sempre per una pizza. Il successo, i soldi e la fama non l’hanno affatto cambiato”.
Il legame che unisce Leclerc e la Ferrari arriva da lontano, ma si è rafforzato nel tempo, fino alla nomina a pilota ufficiale del Cavallino. La su prima volta a Maranello disse già molto su quello che sarebbe accaduto poi: “Avevo 11 anni, ma non entrai. Rimasi seduto nel parcheggio e mi immaginavo una struttura simile a quella vista ne “La Fabbrica di Cioccolato”. Con gli Umpa Lumpa che scorrazzavano in giro”. Dopo anni di gavetta nel 2019 è riuscito a coronare il sogno di essere alla guida di una rossa. Tuttavia, quando Maurizio Arrivabene lo chiamò per comunicargli la notizia non tutto andò secondo i piani: “Ero in barca con un amico e avevo il telefono in modalità silenziosa. Mi aveva appena chiamato Maurizio Arrivabene ma non sentii il cellulare. Lo richiamai. Non mi sentivo bene, e chiesi di spegnere i motori. Avevo capito di non essere stato scelto per la Ferrari. Quindici secondi dopo Maurizio mi disse che era uno scherzo. Appena ho attaccato mi sono tuffato in mare. Mi sembrava tutto così irreale. Io in Ferrari…”. Tra i ricordi più difficili sicuramente quelli legati alla perdita del padre Hervé: “Dopo la morte di Jules quella di mio padre fu un secondo choc. È stata dura, nulla ti può preparare al momento in cui perdi tuo papà. Era il mio tifoso numero uno”.