La settimana che porta al gran premio d’Italia, a Monza, è ufficialmente iniziata e quest’anno il gran premio più atteso dal pubblico italiano, oltre allo spettacolo garantito dalla Formula 1, vedrà anche la sfida tra due dei più interessanti giovani talenti presenti nella filiera del circus, Leonardo Fornaroli e Gabriele Minì, pronti a darsi battaglia per la conquista del titolo di Formula 3.
I due giovani italiani, infatti, arrivano all’ultimo appuntamento del campionato in prima e seconda posizione, rispettivamente Fornaroli primo a quota 129 punti e Minì secondo, staccato di appena una lunghezza, con alle loro spalle l’inglese Luke Browning, rappresentante del programma junior Williams, primo inseguitore a quota 123 punti. I tre sono poi seguiti dal rookie di casa RedBull Arvid Lindblad, Dino Beganovic, portacolori della Ferrari Driver Academy oltre a Oliver Goethe, tedesco anch’egli di casa RedBull e Christian Mansell, per un totale di ben 7 piloti ancora matematicamente ammessi a sognare, seppur da Beganovic in poi risulti abbastanza difficile, la prima posizione finale.
Una contesa che promette battaglia, con i due italiani che, oltre ad occupare la testa della classifica, partono come favoriti, insieme a Browning, visto anche l’andamento del proprio campionato, dal momento che entrambi hanno sempre occupato le posizioni alte della classifica e hanno saputo brillare in più occasioni. Scopriamone insieme il percorso che li ha portati a lottare per il titolo.
Leonardo Fornaroli, l’outsider che ha fatto della consistenza la propria arma
Ad inizio stagione non partiva con i favori del pronostico eppure, nonostante non abbia ancora vinto una gara, il diciannovenne piacentino, grazie ad una straordinaria costanza che è valsa sei podi nel corso dell’anno, arriva a Monza da leader della classifica. Una posizione la sua che è frutto anche di qualifiche sempre incisive, un aspetto chiave soprattutto in una categoria dove sono in tanti a voler primeggiare. Guardando inoltre alla carriera di Leonardo, ciò che più colpisce è la capacità di crescere, categoria dopo categoria: muove i primi passi in monoposto nella Formula 4 Italiana, occupando perlopiù le posizioni di rincalzo e media classifica; passato nell’European Formula Regional, insieme al team Trident si conferma sempre a ridosso e dentro la top ten; l’ultimo step arriva poi in Formula 3, dove, sul finale della sua prima stagione dimostra velocità e consistenza, due doti che lo hanno portato, al secondo anno e ancora in seno al team Trident, a giocarsi un campionato che certamente sarà importantissimo anche in vista del futuro, in Formula 2.
Gabriele Minì, il siciliano con la testa da “grande”
Se Fornaroli ad inizio stagione non era annoverato da tutti come il favorito, Gabriele, membro dell’Alpine Academy e gestito da Nicolas Todt, lo era eccome, soprattutto dopo essersi riunito al team Prema, squadra con cui ha vinto il campionato italiano di Formula 4 e con cui, lo scorso anno, ha centrato il terzo posto alla coppa del mondo di Formula 3 tenutasi a Macao. Un percorso, il suo, partito alla grandissima, salvo poi dover affrontare tre stagioni complicate, le due in Formula Regional e quella dell’esordio in Formula 3: c’erano stati tanti buoni lampi, come la vittoria dello scorso anno a Monaco in una gara dominata, all’esordio e peraltro replicata quest’anno, offuscati però spesso da una prestazione altalenante. Quest’anno però, grazie anche al ritorno “in famiglia” -al team Prema-, c’è forse stato il famoso “click”, riportandolo ai livelli di prestazione che gli erano valsi la chiamata di Todt e dell’Alpine.
Un ragazzo con la testa da grande, parafrasando le parole usate da Guido Schittone nel descriverlo, da anni figura di spicco di Aci Sport Italia, che spesso ne mette in luce il grande talento e soprattutto la grande capacità di gestione, dote che ha saputo evidenziare sin dalle prime gare in Kart. Non resta che fare il tifo per i nostri due talenti, capaci di riportarsi in lotta per una serie che negli anni ha visto i soli Edoardo Mortara e Raffaele Marciello, peraltro quando ancora si correva sotto la denominazione di F3 europea, -campionato però diverso dalla Gp3, la vera base dell’odierna Formula 3- vincere la classifica assoluta.