Il Re è pronto per la sfida più dura. L'ultima, secondo qualcuno, prima del ritiro che cambierà la storia della Formula 1. Ma Lewis Hamilton non sembra pensarci, a quel dopo che prima o poi dovrà prendere in considerazione, perché è ancora lui l'uomo da battere, il pilota che da quasi un decennio monopolizza il gradino più alto del podio della Formula 1.
Quest'anno combatterà con le unghie e con i denti per raggiungere l'ottavo titolo da campione del mondo, quello che gli permetterà di battere anche l'ultimo record rimasto sul suo cammino: superare i 7 mondiali di Schumacher, e diventare definitivamente il pilota più vincente di sempre.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport Hamilton ha parlato di quel futuro che oggi appare ancora lontano, quello del post-ritiro: "Potrei restare coinvolto in F1 dopo il ritiro, e credo di volerlo. Ma è difficile per me pensare a quando non correrò. Crescendo ho imparato che cambiare le cose quando ci sei dentro è più facile e riesce meglio. La F1 mi ha offerto una piattaforma per raggiungere un sacco di gente, informare, mandare messaggi positivi, incoraggiare le persone, spingere. A un certo punto anch’io mi dovrò fermare, ma la missione per rendere l’automobilismo sportivo più inclusivo non uscirà mai dalla mia mente, è qualcosa per cui vorrò sempre lottare. Non bastano certo uno o due anni, il problema deve essere attaccato dal basso, la vera chiave è la fase dell’istruzione, guardare ai giovanissimi e incoraggiarli per avere poi nei Gran Premi più meccanici, ingegneri, donne e di tutti i colori".
Il lavoro di Hamilton per rendere la Formula 1, e il motorsport in generale, un ambiente più inclusivo, non è quindi destinato a fermarsi nel corso dei prossimi anni: “Non so perché il nostro sport ha un problema d’inclusività. Sembra che nessuno conosca il motivo. Bisogna scoprire che barriere ci sono all’ingresso, per capire come mai i ragazzi neri, ad esempio, non scelgano di studiare certe materie per finire poi in università e di conseguenza lavorare in F1. Ho messo insieme una commissione che sta lavorando da 9 mesi per studiare la situazione. Per luglio dovremmo avere qualche risultato solido, che metterò a disposizione di Mercedes, di altri team e della FIA. La F1 è la punta dell’iceberg, ma il suo esempio può ricadere sulla base, già dal karting".
Una missione che però non lo allontana, come non ha fatto nel corso del 2020, dal suo obbiettivo di sportivo e pilota: vincere.
Quella del 2021 sarà una stagione difficile, ma Lewis sembra più pronto che mai. Preparato ad abbattere quell'ultimo record che lo separa dall'olimpo del motorsport: "Quando inizia un nuovo anno non sai mai a che punto sei con la monoposto, e amo questa sensazione. La stagione 2021 sarà la più dura da molto tempo, ma questo per me e la squadra è molto stimolante".