Spesso spento, poco incline al corpo a corpo, lontano e tratti lontanissimo dai risultati del suo compagno di squadra Lewis Hamilton, Valtteri Bottas nei suoi anni da pilota Mercedes si è conquistato il poco galante titolo di "maggiordomo" del team di Toto Wolff. Chiamato ad aiutare il campionissimo britannico, Bottas ha dovuto rinunciare a risultati personali e - prima di rendersene conto - anche le ambizioni di lottare per un titolo mondiale si presto spente. Arrivato in Mercedes dopo il successo, e il ritiro, di Nico Rosberg, per il finlandese la lotta in casa contro Hamilton non sembrava essere così lontana come invece si è presto rivelata.
Un periodo difficile quello vissuto da Valtteri Bottas che, nonostante la presenza in un top team invidiato a quasi la totalità degli altri piloti sulla griglia di Formula 1, lo ha fatto pensare al ritiro: "L’unica cosa che pensavo, quando sono arrivato in Mercedes è che avrei vinto il campionato. Credo di essere stato abbastanza duro con me stesso perché non è successo. A quel punto ho pensato che ce l’avrei fatta l’anno prossimo, ma non è successo: non è stato facile accettare la situazione, anche perché è molto difficile battere Lewis quando è al massimo delle sue prestazioni. Le ultime gare del 2018, poi, non sono state affatto divertenti. Lewis era il pilota e la persona dominante nel team. Tutti lo guardavano con ammirazione, ed erano vicini a lui. La mente umana è strana e io avevo perso la felicità di vivere la Formula 1, tant’è che tra il 2018 ed il 2019 ho pensato a lungo sulla volontà di restare nel Circus. Mi ero messo molta pressione addosso, e sono stato molto vicino a prendere la decisione di ritirarmi".