Noia da pausa invernale? Per niente. Quest’anno durante i pochi mesi di stop della Formula 1 è successo veramente di tutto: dall’annuncio del nuovo GP di Madrid dal 2026 fino allo storico "no" della Formula 1 all'ingresso di Andretti nel circus. Il vero avento epocale però si è consumato nella giornata di giovedì con l'annuncio del passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari a partire dal 2025 dopo più di un decennio al fianco degli uomini Mercedes, in un connubio che portato a Lewis la bellezza di sei titoli mondiali. Affiancato dal monegasco Charles Leclerc, per una delle line-up più forti ed interessanti della griglia, Hamilton si preprara così a una nuova sfida.
Ma perché Lewis ha scelto, proprio ora, il Cavallino Rampante? Forse perché quello di Maranello è il sogno di tutti i piloti, o forse perché la tentazione di riuscire a riportare la Ferrari al successo è stata troppo grande. Qualcosa in cui si sono cimentati anche altri campioni, arrivati in rosso dopo successi in altre scuderie, da Sebastian Vettel a Fernando Alonso passando per colui che ha riportato la Ferrari al vertice, Micheal Schumacher, fino a Alain Prost. Tutti vincenti che hanno cercato di diventare immortali.
In molti casi però le cose non sono andate come ci si sarebbe aspettati. Tra i più discussi, per i suoi anni in rosso, c'è sicuramente “il professore” Alain Prost. Dopo i tre titoli ottenuti con McLaren, Prost passò al team italiano cercando una conferma che non arrivò: il miglior risultato fu un secondo posto…il primo dei perdenti secondo il Drake. Una storia d'amore che si consumò in fretta, tra le battute di Prost (poco apprezzate a Maranello) e la scelta del Professore di cercare fortuna altrove, in Williams, dove infatti nel 93 arrivò il suo quarto e ultimo titolo.
Stesso destino per lo spagnolo Fernando Alonso che dopo i due titoli con Renault ha tentato l’assalto al mondiale con Ferrari, provando l’impossibile dal 2010 al 2014, in stagioni fatte di secondi posti, tante discussioni e nessuna vittoria del titolo iridato.
"Everyone is a Ferrari fan. Even if they say they're not, they are Ferrari fans”: un’iconica frase pronunciata da Sebastian Vettel, il giovane tedesco che dopo aver vinto quattro titoli con Red Bull, scelse di spostarsi a Maranello per inseguire il sogno della sua vita e provare a vincere con la sua squadra del cuore, la Ferrari. Sebastian che ha fatto tremare il cuore di tutti i tifosi della rossa, soprattutto nel 2018, quando il titolo sembrava più possibile che mai. Purtroppo la F1 non è altro che la parabola della vita e ci insegna che non sempre si vince, ci si può andare vicino, ma sicuramente si può entrare nel cuore dei tifosi ed incarnare ideali profondi, nonostante i successi non siano arrivati.
Una storia molto diversa rispetto a quella di Michael Schumacher che, arrivato in rosso dopo due titoli vinti con Benetton, ha dovuto conquistare a fatica il cuore dei tifosi, e sopportare anni senza successi, sperando in un cambio di rotta a Maranello che alla fine è arrivato. Il nuovo secolo ha aperto uno dei cicli vincenti più iconici della storia della F1 con la Ferrari tra record distrutti e riscritti, vittorie continue che hanno portato cinque mondiali piloti e costruttori a Maranello. I risultati parlano, ma spesso le leggende e i ricordi fanno più rumore ed il mito della rossa di Schumacher resterà sempre un qualcosa di magico, e chissà, perchè no, di ripetibile.
Ora il tentativo di riportare il titolo a Maranello passa nelle mani di un altro binomio, quello formato da Vasseur-Hamilton, che ricorda per alcuni versi il duo passato alla storia composto da Jean Todt e Michael Schumacher. Non ci resta quindi che sognare in grande perchè ora con un gigante delle dimensioni di Hamilton, la scalata verso l’impresa è iniziata. “Tutti i record sono stati fatti per essere battuti” diceva il Kaiser e chissà che sia proprio quel pilota britannico che con il suo talento e la sua voce, ha riscritto la storia di questo sport, a colorare ancora una volta una nuova pagina, questa volta vestito con i colori della Ferrari.