Pedro Acosta al suo quarto giorno di scuola ha già conquistato la MotoGP. L'esordio con oltre trecento cavalli sotto il sedere, per El Tiburón de Mazarrón, si era materializzato nel martedì di Valencia, lo scorso novembre. Poi, con l'anno nuovo, altri tre giorni di test a Sepang, per prendere confidenza con la RC-16 e la nuova cilindrata. Oggi, al termine dell'ultima giornata di shakedown malesi (riservati ai rookies come Acosta, ai collaudatori delle squadre ufficiali e alle Case, Honda e Yamaha, che possono usufruire delle concessioni), Pedro è in cima alla lista dei tempi. 1'58"189 il suo tempo, firmato prima che nella periferia sud di Kuala Lumpur si abbattesse il consueto acquazzone pomeridiano. Meno di sette decimi dal record della pista di Pecco Bagnaia, con Acosta che si è messo alle spalle nomi grossi: Fabio Quartararo, Dani Pedrosa, Alex Rins, Johann Zarco, Luca Marini, Joan Mir. Nella sessione conslusiva degli shakedown sembra che tutti, dopo la pausa pranzo, abbiano saggiato il time attack. Segno che questa è stata probabilmente la giornata più indicativa delle tre. Segno che Pedro Acosta, primo di una decina di piloti decisamente più esperti, fa già paura.
A ridosso del diciannovenne due volte campione del mondo, altre due KTM. Quelle di Pol Espargaró (secondo) e Dani Pedrosa (quinto), dei collaudatori di lusso. Polyccio ha staccato un best lap distante soli 66 millesimi dalla prestazione del nuovo pilota GasGas; tre decimi scarsi il gap di Dani dal vertice. La Casa di Mattighofen a Sepang ha portato diverse novità, almeno tra quelle visibili ad occhio nudo: inedite appendici aerodinamiche sul parafango e diffusori in stile Ducati, ma rivisitati, sulla parte inferiore della carena. Ad interrompere il tripudio di KTM ci sono Johann Zarco e Fabio Quartararo, francesi alle prese con i desideri di riscossa di Honda e Yamaha. Anche sulla RC213V sono comparse nuovi ali sul parafango e originali soluzioni aerodinamiche sul codone. Se Zarco, ai primi chilometri con il team di Lucio Cecchinello, sembra aver assorbito piuttosto bene il passaggio da Ducati e Honda, ecco che Luca Marini (ottavo a sette decimi abbondanti da Pedro Acosta) pare essersi concentrato in maniera approfondita sul lavoro di sviluppo, ignorando la prestazione pura. Sia nel box del numero 10 che nel lato di Joan Mir, in ogni caso, si respira aria di rinnovamento e di prime luci in fondo al fatidico tunnel. La nuova Honda, stando a quanto trapela da Sepang, ha un buon telaio, è divertente da guidare e trasmette più confidenza ai piloti, che si aspettano riscontri cronometrici più proporzionali alle loro sensazioni positive. In casa Yamaha, invece, più che alle novità aerodinamiche ci si concentra sul nuovo motore, con il propulsore della M1 2024 che finalmente potrebbe essere quello della svolta. I dati della speed trap, registrati in fondo al chilometrico rettilineo dei box, sono incoraggianti. Da segnalare, in proposito, l'ottima prestazione di Alex Rins - convalescente dopo un 2023 travagliatissimo - fermatosi a nemmeno un decimo di distacco dal Diablo. Per avere un quadro più completo dei valori in campo, in ogni caso, bisognerà attendere martedì 6 febbraio, quando l'intero schieramento della MotoGP 2024 scenderà in pista a Sepang. Quando Ducati e Aprilia caleranno gli assi.