Funziona, non funziona? Non importa al momento. L’azzardo è un annuncio premeditato che colpisce dritto al cuore i ferraristi: Hamilton in Ferrari. Consideriamolo un tentativo, probabilmente anche un desiderio fino a questo mai realizzato del 39enne di Stevenage, quello di muoversi a quest’età in un altro team, ma allo stesso tempo ne riconosciamo tutti le ragioni: dal provare nuove emozioni al realizzare quell’obiettivo personale di riuscire a portare alla scuderia italiana il mondiale. Lewis se ne assume le responsabilità.
Conosciamo bene la fiducia che l’inglese nutre verso se stesso, la sua nonchalance alla guida e un talento che lo ha portato vincere sette titoli mondiali, diventato il pilota più vincente della storia della Formula 1. Il carattere magnetico del britannico è stato accolto con grande interesse anche da John Elkann – e questo già si era visto nel Paddock – e da Fred Vasseur, ma ancor di più da Charles Leclerc. Il monegasco nutre forte stima nei confronti di Hamilton da semore, è un idolo per lui. Già da piccolo bazzicava nella pitlane e osservava con occhi che brillavano quello che si apprestava a diventare un campione vero e proprio, uno stratega, un gigante nel mondo delle corse. Se ne vedono di video in cui Charles esprime sognante quel desiderio di poterlo avere nel suo team, al suo fianco, spalla a spalla. E lo stesso, non c’è da negarlo, avrebbe fatto Lewis che riconosce nel pilota 26enne un sé più giovane, pieno di voglia di fare, capace, e al quale non è stata ancora data una macchina adatta per poter competere per la lotta
La stima tra i due è innegabile. L’ala protettiva dell’inglese si è espressa in tutti i modi, dalle foto ai meme, fino alle buone parole sempre presenti nei confronti di quello che potrebbe essere un suo allievo. E probabilmente lo è stato, anche da lontano, soprattutto negli anni in cui a Leclerc era permesso guidare solo i kart. È al giovane di Montecarlo che è stata data la fiducia del gruppo di Maranello, una promessa di un’auto sicura che succede tutte le precedenti speranze che poi sono andate in fumo o contro le barriere come a Interlagos. Una cattiva sorte, quella della stagione scorsa, ironicamente condivisa tra i due piloti di due generazioni diverse – andrebbe cancellato il Gran Premio degli USA. Forse un segno per Lewis che gli ha reso possibile esprimersi davanti a quel caffè con Toto Wolff, un “è il mio momento”, in una consapevolezza di quella simile determinazione che l’inglese aveva già notato tra loro due. Lo ricordano tutti lo sconforto di questo 2023 nel quale si sono notate le lacune nello sviluppo e nella strategia Ferrari, con un team che non ha prestato molta attenzione e che si è lasciato un po’ andare. Non hanno nemmeno voluto ascoltare le lamentele di Charles molto spesso, quasi come fosse un bambino viziato, un incapace al quale però continuano a promettere il mondiale, ogni anno dal 2019, e al quale non permettono di consolarsi neanche con qualche burn-out dopo un anno stressante con tante pole ma zero vittorie. Le stesse lamentele che con tutta probabilità sono state però letali per Sainz.
Le stesse lamentele che Hamilton vorrebbe radere al suolo almeno nella sua nuova “casa”, dopo aver vissuto l’incompatibilità con la sua monoposto scorsa. Un giro di formazione che nell’ultimo mese ha portato Fred Vasseur ad ammettere di essersi preso la responsabilità vera quest’anno di veder competere il suo figlioccio, accompagnato fin dal primo momento in Formula 1. Lo ha visto crescere, lo ha visto vincere e ora vuole vederlo trionfare. E vuole lo stesso per la scuderia di cui ha preso il comando nel 2023. Gli effetti sorpresa della Formula 1 sono un must e il contratto pluriennale da 100milioni rende Lewis un mattone importante per il progetto del team italiano. Da parte di Elkann si potrebbe pensare a una strategia di marketing, una missione a tempo determinato per ottenere sponsor e investimenti in maniera facile, ma allo stesso tempo i numeri del plurivincitore e ex punta Mercedes li conoscono tutti. Non servono mappe concettuali per spiegare il perché sia stato scelto un pilota prossimo al probabile ritiro – perché non tutti hanno la testa dura di Alonso. Sebbene le scelte ricadessero su altri inizialmente e il mantenere questo carro lungo la discesa per Carlos Sainz sia stata l’unica alternativa possibile per un po’, alla Ferrari mancava davvero un input per ribaltare tutte le situazioni pensabili. Una sfida, un inizio, un passo da gigante che non si sa ancora dove porterà. Tranne che alla possibilità di veder correre molto probabilmente la migliore line up Ferrari mai avuta. Leclerc lo sapeva, Lewis pure. Ma il segreto di Fatima è stato tenuto nascosto fino al 31 gennaio, lasciando spazio a un anno di riconsiderazioni possibili e soprattutto a una frustrazione interna alla Scuderia.
Ma sanno anche a cosa vanno incontro? Considerato il fatto che entrambi siano elementi di punta di due scuderie differenti, si potrebbe pensare che possano essere stati sottoscritti dei termini di contratto che porterebbero ad avere una rivalità inevitabile visto che Leclerc è stato scelto fin da subito come primo pilota. O Vasseur l’ha dimenticato? Ferrari forse si affida alla maturità dei due piloti, in una convivenza che non desti nessun sospetto di sfida o sguardo truce quando i riflettori si spengono, come invece ci sono stati con Carlos e Charles. Ma se l’ex campione del mondo è consapevole di entrare in Ferrari da secondo pilota, perché l’ha fatto? Forse spera in una rivoluzione, forse si aspetta di cambiare le carte in tavola, di sedersi su un trono a Maranello e tenere Charles in giardino, o forse no. A momenti alla Hamilton-Rosberg in Mercedes, dove la quiete viene sempre dopo la tempesta si sono alternati anche quelli alla Senna-Prost. E il rischio che questo accada può essere alto perché a ogni novità che si rispetti, vi è una destabilizzazione, che la scuderia italiana conosce bene. E forse si è abituata così.
Tuttavia mettici l’età, gli anni di carriera, la fiducia in se stessi e non dovrebbero esserci veri e propri problemi. Al massimo si creerà la magia di una lotta tra elementi di rilievo che in questo sport hanno solo dato garanzie fin ora, in aggiunta a qualche pacca sulla spalla per la condivisione di una monoposto che anche nel 2025 potrebbe lasciare a desiderare. Si incrociano le dita quindi per il supporto che la stima reciproca trai i due può creare, ma nessuno sa se offrire a Leclerc un goat come Hamilton possa effettivamente essere un vantaggio: la speranza è scissa tra la prospettiva di un pilota con esperienza come lui che faccia da rampa di lancio al pupillo di Maranello e i Tifosi sarebbero d’accordo, ma anche la possibilità di poter vedere finalmente Ferrari al primo posto, costi quel che costi.