È passato ormai un anno dal centesimo successo in Formula 1 di Sir Lewis Hamilton, un obiettivo che - all'inizio della sua brillante carriera come pilota - non avrebbe neanche mai sognato di realizzare. Solo uno dei tanti, tantissimi record, che il britannico è riuscito ad ottenere dal 2007, anno del suo debutto nel circus, fino ad oggi.
Una carriera che lo ha reso il pilota più vincente della storia di questo sport, oltre che un esempio per moltissimi giovani e per chi, come lui all'inizio del suo viaggio verso la Formula 1, si è spesso sentito l'outsider, la minoranza e il diverso. I record però non sono l'ossessione di Hamilton o, almeno, non lo sono più.
Crescendo il 37enne ha capito che la storia non viene scritta solo e soltanto dai numeri e proprio per questo il sogno dell'ottavo titolo mondiale, l'ultimo grande ostacolo che lo separa dall'essere l'unico pilota del circus ad aver mai superato i sette titoli - che oggi condivide con Michael Schumacher - e quindi il più vincente non solo in termini di Gran Premi e pole position ma anche di titoli iridati: "L'ottavo mondiale di F1 non è un'ossessione, ma sicuramente è al centro dei miei pensieri - ha spiegato Lewis Hamilton nell'intervista rilascita a Sky Sport F1 - È in cima alla piramide e il lavoro fatto alla base quest'anno è finalizzato per arrivare lassù in cima".
Il britannico ha poi parlato del suo rivale della scorsa stagione, Max Verstappen, e sul rapporto turbolento che li ha legati lo scorso anno: "Non c'è nulla in sospeso tra noi, Max ha fatto il suo dovere l'anno scorso e io ho zero problemi con lui. Abbiamo diversi anni di differenza, probabilmente fuori dalla macchina non c'è stato quel rispetto reciproco. Ma può succedere, non c'è rancore".