Dopo quattro anni di assenza Livio Suppo, a marzo 2022, è tornato a calpestare i paddock di mezzo mondo, rientrando in MotoGP al timone della Suzuki. Ancora nessuno immaginava– e forse solo in Giappone cominciavano a pensarci – che la moto con cui Joan Mir si è laureato campione del mondo nel 2020 avrebbe abbandonato il Motomondiale a fine stagione, senza onorare il contratto con Dorna, il quale prevedeva una permanenza della Suzuki di altri cinque anni in MotoGP. Una settimana prima dell’annuncio, infatti, Alex Rins era in testa al mondiale a pari punti con Fabio Quartararo e Suppo, oltre a cercare di strappare Mir dalle offerte della concorrenza, progettava il tanto agognato team satellite Suzuki in ottica 2023. Invece all’indomani del GP di Jerez - dopo una controversa riunione ai piani alti di Hamamatsu - tutti i tasselli del mosaico sono istantaneamente crollati.
“Ho saputo che Suzuki si sarebbe ritirata dopo solo due mesi di lavoro insieme a loro. È stata una decisione al di sopra di noi e che dobbiamo rispettare. Poi si è creata una situazione difficile da gestire, ma la squadra ha reagito molto bene” – ha commentato Livio Suppo al podcast spagnolo Solomoto. Quell’annuncio, però, ha fisiologicamente condizionato le prestazioni dell’intera squadra, a cominciare dai piloti che – dopo un brillante avvio – hanno subito un calo. Basti pensare che in seguito al Gran Premio di Jerez, quando la notizia del ritiro della Suzuki ha colto tutti di sorpresa, Joan Mir ed Alex Rins non sono riusciti a terminare la gara né a Le Mans e né al Mugello. Suppo, in ogni caso, ha analizzato positivamente la sua breve esperienza in Suzuki: “Ho trovato una squadra molto ben organizzata dal punto di vista tecnico, che anche senza un team manager (si riferisce al 2021 dopo l’addio di Davide Brivio, ndr) ha saputo andare avanti. I giapponesi qui hanno una buona empatia, sono super gentili e amorevoli. È bello lavorare con loro. Ho avuto modo di lavorare con due piloti molto forti e vedere una moto che, se le cose fossero andate normalmente, avrebbe potuto lottare per il mondiale”.
Livio, infine, si è espresso in un commento generale sulla MotoGP odierna, che dopo il ritiro di Valentino Rossi vive un complicato periodo di transizione in termini di seguito. Il manager piemontese, tuttavia, ha identificato un altro elemento all’origine del calo dell’interesse per il Motomondiale: “Bisogna limitare l'aerodinamica, è un problema perché rende le moto più veloci, ma riduce lo spettacolo, dato che sembra che sia più difficile sorpassare. Sia per la sicurezza che per spettacolo, sarebbe meglio abbassare l'aerodinamica. Questo è quello che farei”. Invece, anche per quanto riguarda il livellamento delle prestazioni nella MotoGP odierna, Suppo ha trovato un’interessante motivazione tecnica: “Dal 2012 l'aspetto più importante, che è il tipo di motore, non è cambiato. Questo ha permesso a tutti di avere un motore funzionante e, oggi, qualsiasi moto in griglia può vincere una gara”.