L’ultimo giorno di test in Qatar della MotoGP, pesantemente condizionato da una tempesta di sabbia, è stato fondamentale per l’unico pilota che non vi ha preso parte. Venerdì infatti, i medici del Ruben Hospital di Madrid hanno dichiarato che la calcificazione dell'omero di Marc Marquez è ormai a buon punto e che presto potrà tornare in moto. Quando, per il momento, non ci è dato saperlo: Marc ricomincerà a tornare in sella gradualmente, cercando di ascoltare il suo corpo per non commettere lo stesso errore del 2020. Al primo GP della stagione mancano solo due settimane, ma non è escluso che l’otto volte iridato decida di presentarsi alle prove libere del venerdì. Ne abbiamo parlato con Livio Suppo, l’uomo che - semplificando - ha portato Casey Stoner alla Ducati e Marc Marquez alla Honda.
Buongiorno Livio. Sarà, molto probabilmente, una stagione da ricordare.
“Si, prevedo una stagione interessante anche per questa bella notizia di Marc, che sta guarendo. Ora non so se riuscirà a correre già alla prima gara, ma anche se dovesse saltare le prime due darebbe sicuramente un bel da fare agli altri ed un bel valore aggiunto al campionato”.
Al posto suo cosa faresti? C’è chi pensa che tornerà per la prima gara, chi per la seconda (sempre in Qatar) e chi pensa al Portogallo. Mesi fa, si vociferava addirittura un rientro a Jerez, quarta tappa del motomondiale.
“Credo che prima di rischiare vorrà essere ben sicuro di non andare incontro a problemi. Perché adesso gli è ben chiaro quello che gli è costato anticipare troppo il rientro. Quindi sicuramente quando scenderà in pista avrà fatto un test con una moto stradale, e soprattutto avrà la certezza che se anche il tono muscolare non è al 100% l’osso è completamente saldato. Sono certo che non farà più queste stupidaggini”.
Ha dichiarato che tornerà quando sarà certo di poter cadere di nuovo sul braccio…
“Si, ma in MotoGP non è necessario cadere per sollecitare un braccio come quello, basta che la moto sbacchietti per rompere un osso fragile. Quindi deve essere sicuro che l’osso sia tornato quello di prima e ieri i medici hanno fatto questa visita che fa ben sperare. Che torni per la prima, la seconda o la terza gara non fa grossa differenza secondo me. Marc è talmente forte che può permettersi anche di perdere qualche GP. Se la Dorna riesce ad organizzare un campionato di 18 Gran Premi quest’anno credo che lui, pur saltando un paio di gare, può restare comunque tra i pretendenti al titolo”.
Forse addirittura il favorito.
“Questo direi di no. Bisogna tenere conto del fatto che gli altri hanno corso una stagione che lui invece ha saltato, e nonostante sia Marc Marquez - sono sicuro che tornerà e andrà molto veloce - bisogna capire in che condizioni tornerà, aspettare che il tono muscolare torni quello di prima, che ritrovi gli automatismi… Darlo come favorito forse è eccessivo, ma lo metto sicuramente tra i pretendenti”.
Quindi chi è il tuo favorito?
“Secondo me sarà come l’anno scorso, è praticamente impossibile dirlo. Nel 2020 hanno dimostrato che nessuno, tranne Marc, era in grado di fare la differenza. E in questi test non ho visto nessuno che fosse nettamente più forte degli altri”.
Jack Miller è andato molto bene però. Immaginiamo tu ne sia contento.
“Si, sono molto contento di vedere Jack così forte perché a suo tempo, quando lo abbiamo promosso dalla Moto3 alla MotoGP, Shuhei Nakamoto (ex Vicepresidente di HRC, ndr.) ed io siamo stati molto criticati. Ad oggi molti lo danno come un pretendente al titolo, quindi ci avevamo visto giusto fidandoci delle nostre sensazioni. Lui ha il talento per guidare una MotoGP e sono contento. Però è anche vero che la Ducati negli ultimi anni ha alternato piste in cui va particolarmente bene -e il Qatar è una di quelle - ad altre in cui invece hanno sempre fatto molta fatica, quindi mi sembra un po’ prematuro darlo come favorito. Un favorito vero lo avevamo l’anno scorso prima dell’inizio del mondiale ed era Marc. Con sei titoli negli ultimi sette anni era abbastanza chiaro a tutti che fosse. Quest’anno il discorso è diverso. Morbidelli nel 2020 è stato bravissimo, come anche Rins, che senza l’infortunio di inizio campionato probabilmente si sarebbe giocato il titolo”.
Sarà interessante capire se sul piano mentale l’assenza di Marc abbia fatto crescere gli altri piloti.
“Non credo… pensiamo a Quartararo e a Vinales, che hanno avuto una grandissima occasione, o anche allo stesso Dovizioso. Dovi, che arrivava da tre anni in cui era arrivato secondo nel mondiale, tolto Marquez avrebbe dovuto vincere, invece si è perso per strada. Che sia da imputare alla gomma, a Dall’Igna o ad altro questo non lo so, ma alla fine non ha chiuso nemmeno secondo come in passato. Ogni anno si parte da zero, è una pagina bianca da scrivere ed è anche il bello della MotoGP, a differenza di campionati come la Formula 1”.