Box Repsol, il canale social del Team Honda HRC, ha pubblicato una foto di Marc Marquez con la tuta. Poco importa se si tratta di uno shooting precedente all’infortunio, il messaggio è chiaro. Anche lo stesso Marc in questi giorni sta aggiornando il proprio profilo -solitamente non così attivo - con diversi momenti passati ad allenarsi. Nel frattempo Simone Battistella, manager di Andrea Dovizioso, ha dichiarato che il Dovi sarebbe pronto ad accettare una proposta da parte di Honda per sostituire lo spagnolo. Abbiamo parlato di questo ed altro con Livio Suppo, storico Team Manager della MotoGP dall’era d’oro di Casey Stoner in Ducati agli inizi di Marc Marquez con la Honda.
In questi giorni Marc Marquez è tornato ad allenarsi. Tu lo conosci bene, cosa ci si può aspettare da lui?
“Credo che in questo momento neanche i medici sappiano quando potrà tornare, la fase della guarigione non è ancora finita. Quello che si evince è che lui ha una grande voglia di tornare e ce la sta mettendo tutta. È impressionante vederlo allenarsi con il tutore per tenere in forma la parte del corpo sana. Una bella dimostrazione di grinta. Ma che questo voglia dire che è pronto a tornare beh, non credo”.
D’altronde pare che sia ancora sotto antibiotici. Pensi che tornerà quello di un tempo o che l’infortunio sarà difficile da superare anche mentalmente?
“Ammesso che il braccio torni a funzionare esattamente come prima, penso che lui sarà quello di sempre. Non credo che questo incidente ed il lungo recupero cambieranno il suo approccio alle gare la sua velocità.”
Simone Battistella, manager di Andrea Dovizioso, ha dichiarato che se Honda chiamasse il Dovi sarebbe disponibile. Se fossi ancora alla Honda cosa faresti? Avrebbe senso prendere Andrea o sarebbe meglio continuare con Stefan Bradl aspettando il rientro di Marc Marquez?
“Credo che vista l’incertezza sul rientro di Marc e sul campionato - ricordiamoci che hanno già cancellato i test a Sepang - alla fine valga la pena tenere Bradl. Per qualche test ed un paio di gare non andrei a sconvolgere i piani. Al limite avrebbero dovuto cambiare completamente approccio (ma farlo prima) prendendo Dovizioso come collaudatore, perché è sicuramente più veloce di Bradl, e poi sfruttarlo fino al rientro di Marc. A questo punto però penso che, sperando che Marc riesca a tornare in tempi brevi, sia meglio continuare così”.
La Ducati è la casa con più novità per il 2021. Cosa possiamo aspettarci da loro?
“Jack e Pecco avranno più responsabilità, anche perché confermare i risultati di Dovizioso -che negli ultimi anni ha chiuso tre volte secondo ed una volta quarto - non sarà facile. Negli ultimi anni, fatta esclusione per il 2020, è sempre stato Dovi il più veloce dei Ducatisti. Avranno un bello stimolo, ed è bello che in Ducati abbiano molti piloti giovani… Può sempre venire fuori una sorpresa, come è stato per Brad Binder in KTM. Mi sembra poi che una ventata di novità fosse necessaria. Anche perché a mio modo di vedere quello che è successo tra Dovizioso e Ducati è abbastanza normale: solitamente se una moto ed un pilota non riescono a vincere il mondiale dopo qualche anno la fiducia comincia a scemare. Sia per il pilota, che col tempo crede meno nella casa, che viceversa. Quando si arriva a quel punto secondo me è meglio cambiare, altrimenti non ci sono i giusti stimoli”.
Zoran Filicic, in un’intervista di qualche giorno fa, ha dichiarato che è inutile scrivere che Valentino Rossi può ancora vincere il decimo mondiale, perché sarebbe una delusione per i tifosi. Tu come la pensi a riguardo?
“Io stimo e ammiro moltissimo Valentino, che a quasi 42 anni ha ancora voglia di correre con tutti i rischi che questo comporta. Non gioca a tennis, il motociclismo è pericoloso. Se pensiamo a quello che è successo a Marquez poi, la cosa è piuttosto evidente. D’altronde ormai è da qualche anno che lo stesso Vale dice che spera di poter vincere una o due gare, nemmeno lui si pone tra i candidati al titolo. Se il suo approccio è quello di dire ‘Vado ancora forte, mi diverto e sono ancora relativamente competitivo’, non ci vedo niente di male, anzi. Anche perché se si dovesse ritirare lui per la velocità che ha, metà della griglia dovrebbe stare a casa. C’è solo grande ammirazione per un campione così, che continua a fare quello che gli piace. Ma è abbastanza evidente che non sarà in lotta per il titolo, è dal 2009 che non vince un mondiale e dal 2017 che non vince una gara… ma è normale che sia così. Quando era un ragazzino non lasciava toccare la palla agli altri, vinceva 12 gare a stagione, ma ora le cose sono diverse. Finché lui si diverte è perfetto, ma sposo in pieno quello che dice Zoran: per vederlo vincere il titolo dovrebbe succedere qualcosa di particolare in questo momento. Ma ripeto: lo dico con tutto il rispetto e l’ammirazione che si può avere per un grande pilota come Valentino, che è stato imbattibile per molti anni. L’anagrafica però, alla fine conta per tutti”.
C’è stata una grossa polemica sullo scontro Ibrahimovic-Lukaku. Pensi che sia giusto che tra due sportivi del loro calibro venga fuori un odio agonistico e viscerale, o questo lato dell’agonismo dovrebbe essere messo da parte quando si è davanti a così tante persone?
“Non essendo un appassionato di calcio non ho seguito bene la dinamica. Credo però che gli sportivi, o chiunque con un ruolo che possa essere definito pubblico, abbiano una grande responsabilità. Sono degli idoli per tante persone, inclusi moltissimi ragazzini, e che ci piaccia o meno hanno una visibilità maggiore rispetto alle persone normali. Secondo me dovrebbero tentare di controllarsi di più. Capisco l’istinto, il discorso del mascho alfa e tutto il resto, ma è anche vero che non è bello che si giustifichino comportamenti che, banalmente, sono brutti. A maggior ragione se a fare questi gesti sono degli idoli. Perché se poi i ragazzi cominciano a pensare che fa figo perché lo fa lui che è un maschio alfa sai, non passa un bel messaggio. Non voglio fare il buonista, ma credo che dovrebbero controllarsi di più. Penso che gli atleti con un grande fairplay siano sempre immagini più positive nello sport. Sai, ci sono atleti che sono dei signori”.
Come quelli che si vedono alla Dakar.
“Ma non solo. Sono poco ferrato sullo sport al di fuori delle moto, ma penso ad esempio a Roger Federer: mi piace più di un Fognini che bestemmia in campo e rompe la racchetta. Avendo un ruolo pubblico e una visibilità pazzesca, sarebbe meglio che si controllassero di più. Semplicemente non ho motivo per giustificarli”.