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Lo spot della Lega è fake, ma perché ci piace credere che il calcio italiano sia ancora al top?

  • di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

12 aprile 2023

Lo spot della Lega è fake, ma perché ci piace credere che il calcio italiano sia ancora al top?
La Lega Serie A ha realizzato uno spot autocelebrativo con Fabio Capello, Fabio Cannavaro e Luca Toni attori protagonisti: l’obiettivo è dare l’idea di un calcio italiano tornato ai massimi livelli, per aiutare l’asta per la vendita dei diritti di trasmissione internazionale del triennio 2024-2027 dove l’obiettivo è incassare 1,1 miliardi e cercare di avvicinarsi ai livelli di Liga e Bundesliga, mentre la Premier è lontana anni luce. Al di là della qualità degli attori, della colonna sonora epica e degli highlights, c’è un sottotesto che racconta più di tanta propaganda: non ci sono spettatori e la sala è vuota

di Lorenzo Longhi Lorenzo Longhi

Sei italiane nei quarti di finale delle coppe europee valgono bene uno spot autocelebrativo: lo ha pensato la Lega di Serie A che, nei giorni scorsi, ha coinvolto Fabio Capello, Fabio Cannavaro e Luca Toni nella realizzazione di un video di 66 secondi, girato al teatro Valli di Reggio Emilia, che dalla domenica di Pasqua viene trasmesso sulle 22 piattaforme internazionali della Lega stessa. Calcio is back è il titolo, un inglese stiratissimo la lingua utilizzata da Capello, Cannavaro, Toni e dalla professionale voce fuori campo, sette le lingue dei sottotitoli – arabo, indonesiano, spagnolo, cinese, giapponese e portoghese oltre all’italiano – per dare l’idea di una Serie A rinata, pronta ad alzare trofei e a mettere in fila Premier, Bundesliga, Liga e Ligue 1. Del resto, la colonna sonora è la romanza Nessun dorma della Turandot di Puccini. “All’alba vincerò”, insomma.

Serie A
Serie A

Spot da brividi, lo hanno definito, ma da brividi è più che altro l’obiettivo di mostrare come un risultato di movimento il frutto di un raccolto europeo effettivamente ricco ma altrettanto effettivamente casuale, figlio di urne benevole (quelle, per esempio, che hanno messo di fronte agli ottavi di Champions Real-Liverpool e PSG-Bayern Monaco, o al playoff di Europa League Barcellona-Manchester United, eliminando subito reali candidate al titolo e lasciando alle italiane club di minor calibro) e di contesti di squadra particolari, come sempre accade quando si parla di turni a eliminazione diretta. Ma tant’è e, a maggior ragione dopo l’andata degli ottavi di Champions, la prospettiva di vedere due italiane in semifinale e pertanto una in finale a Istanbul appare di facile realizzazione, aspetto che potrà consentire il proseguimento di un discorso propagandistico fallace e abbastanza patetico, a meno di non considerare davvero l’immagine proiettata oggi dal calcio italiano in Europa a livelli di ciò che è stato negli anni Novanta o nel primo decennio del Duemila.

Un'immagine dello spot della Lega Serie A
Un'immagine dello spot della Lega Serie A

Che qualche italiana possa alzare i trofei non è da escludere (del resto la Roma viene dal successo in Conference League dello scorso maggio), ma “calcio is back” non sembra proprio aderente alla realtà. Tra l’altro, lo spot nel quale il regista Capello chiede al tecnico Cannavaro di proiettare gli highlights delle italiane dietro il sipario aperto da Toni (dialoghi essenziali: “Are you ready?”, “Yes, I’m ready”, “Here we go!”), vede i tre sedersi comodamente in prima fila a godersi lo spettacolo, ma in una sala completamente vuota, senza alcun figurante a fungere da spettatore, regalando in uno sprazzo di involontaria verità il sottotesto di una Lega Serie A che se la canta e se la suona, dandosi pacche sulle spalle e complimentandosi con sé stessa quando, in realtà, l’attrattività internazionale del prodotto che propone è decisamente inferiore a quella del suo rivale inglese e più bassa anche di quello spagnolo e tedesco. Tutto però fa brodo in vista della prossima asta per i diritti di trasmissione internazionale di una Lega A che vorrebbe raggiungere 1,1 miliardi per il triennio 2024-2027. Chissà, magari c’è qualcuno che ci casca.

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